Scandalo dossieraggio, spiato il generale Piccinelli: "Non so cosa cercavano, sono pronto a tutelarmi"

Il militare civitanovese tra i nomi attenzionati dal finanziere indagato. "Non ho scheletri nell’armadio, ma queste cose danno molto fastidio L’ho saputo solo quando una giornalista mi ha chiamato per un commento"

Paolo Piccinelli, generale dell’Arma dei carabinieri in congedo

Paolo Piccinelli, generale dell’Arma dei carabinieri in congedo

Inchiesta sul presunto “dossieraggio” a politici e personaggi pubblici: anche Paolo Piccinelli, generale dell’Arma in congedo, giornalista, avvocato, criminologo e responsabile della sicurezza delle famiglie Della Valle, sarebbe stato bersaglio degli accessi “abusivi” al sistema informatico al centro dell’inchiesta della Procura di Perugia, che indaga sul finanziere Pasquale Striano, ritenuto autore di migliaia di accessi alle banche dati. Romano di nascita ma civitanovese d’adozione, Piccinelli è stato per trent’anni al servizio dell’Arma, ricoprendo l’incarico di comandante dei carabinieri in diverse città in giro per l’Italia, da nord a sud, nel ruolo di ufficiale dell’Arma dei carabinieri fino al grado di generale.

Attualmente fa parte dell’Associazione nazionale carabinieri (Anc), una realtà alla quale è molto legato fin dal suo arrivo a Civitanova.

Piccinelli è stato, anche di recente, consulente per la sicurezza dei grandi eventi Rai, come Sanremo, ed ha gestito situazioni di crisi come in occasione del terremoto in Abruzzo e in Umbria. Suo padre era Franco Piccinelli, giornalista e scrittore, vittima di un attentato delle Brigate Rosse. Soltanto l’altro ieri Piccinelli, che vive a Civitanova insieme alla sua famiglia, ha saputo di essere stato uno dei tanti personaggi, ottocento circa quelli accertati, ma ne sarebbero molti di più, finiti nelle ricerche del tenente della Guardia di Finanza. Tra i personaggi spiati ci sono politici, sportivi, uomini e donne del mondo dello spettacolo: tra questi il ministro Francesco Lollobrigida, l’ex premier Matteo Renzi, il governatore ligure Giovanni Toti, l’allenatore Massimiliano Allegri, il campione di calcio Cristiano Ronaldo, il cantante Fedez. L’Associazione nazionale carabinieri, sezione di Civitanova, presieduta da Roberto Ciccola, ha espresso vicinanza al generale Piccinelli.

Civitanova, 7 marzo 2024 – Generale Piccinelli, come è venuto a conoscenza di questo suo coinvolgimento nella vicenda?

"L’ho saputo nel modo in cui oggi uno viene a conoscenza di queste notizie, e cioè mi ha contattato una giornalista di una agenzia di stampa, chiedendomi se fossi a conoscenza del fatto di essere una delle persone abusivamente intercettate eccetera. Io ho risposto: "Veramente lo sto apprendendo adesso". Ho chiesto anche se fosse sicura e mi ha risposto che c’era il mio nome, Paolo Piccinelli. La giornalista mi ha telefonato ieri (martedì, ndr), mentre ero a Roma tra l’altro, impegnato per una conferenza. Mi ha lasciato veramente basito".

E quale è stata la sua reazione?

"Provo un certo fastidio, per usare un eufemismo. Se c’è un provvedimento di un magistrato, una delega alla polizia giudiziaria per fare indagini sul mio conto, non c’è alcun problema. Non ho assolutamente nulla da nascondere, anzi. Possono verificare quanto io sia a posto e non abbia scheletri nell’armadio. Ma se così non fosse e uno lo avesse fatto con altri fini innanzitutto da cittadino, ma anche da ufficiale dei carabinieri, benché in pensione, ma sotto qualunque forma, provo un certo fastidio".

Quando sarebbe avvenuto l’accesso “abusivo” nei suoi confronti e attraverso quali modalità sarebbe stato “spiato”?

"Questo accesso "abusivo" risulta essere stato fatto il 3 marzo del 2020. In quel periodo stavo per iniziare la mia attività di consulente per la sicurezza per la Rai. Eravamo nel periodo poco prima del lockdown del 2020 e la Rai mi chiamò per una consulenza per quanto riguarda quel periodo di crisi, e dunque come affrontare l’emergenza Covid. Io praticamente ero quasi in viaggio per Roma, perché mi ero appena sentito con la Rai e dovevamo iniziare questo percorso che è durato, poi, tre anni. Il periodo è quello e francamente non riesco a capire quale sia il motivo di tutto questo. Non capisco come sia uscito fuori il mio nome e chi lo abbia fatto. Sono domande che penso che chiunque si possa porre. Cosa volevano fare ed ottenere? Quale era la finalità?".

Ha idea di cosa potessero cercare?

"Assolutamente no, e se me lo avessero chiesto glielo avrei detto io. Anche per il mio passato da carabiniere, mi ritengo una persona specchiata. Come ho detto prima, non ho scheletri nell’armadio. Mi possono rivoltare come un calzino. Ma che ci sia un motivo. Non così, tanto per".

Da ufficiale dell’Arma dei carabinieri quale è il suo punto di vista?

"Avendo fatto attività investigativa, dall’altra parte, so come funzionano queste cose. Cose del genere si fanno al contrario. Inizio una attività investigativa e poi vado a consultare tutte le banche dati di cui ho bisogno, anche su delega di un magistrato. Non si fa il contrario. Non si fa pesca a strascico. Non metto su un po’ di nomi e poi se c’è qualcosa di interessante inizio una attività".

Come ha intenzione di muoversi ora?

"Ora, ufficialmente, non so ancora nulla. Immagino che il mio nominativo, così come quello di altre persone, sia uscito in qualche provvedimento dell’Autorità giudiziaria che ha riguardato, immagino, l’interrogatorio degli indagati ai quali sono stati contestati una serie di accessi abusivi. Li avranno esplicitati, con anche, credo, i nomi e la data di accesso. Però formalmente io non ho saputo nulla. Nelle sedi opportune, una volta che sarà accertato che sono io questo Paolo Piccinelli, mi dovrò tutelare, come penso faranno tutti".