Andrea Papi ucciso dall’orso in Trentino, firmata l’ordinanza: abbattere l’animale

Le associazioni animaliste sono contrarie. Lav: “Trentini non educati alla convivenza con l’animale”. La famiglia vuole denunciare Provincia e Stato

Andrea Papi è morto ucciso da un orso in Trentino

Andrea Papi è morto ucciso da un orso in Trentino

Bologna, 8 aprile 2023 – La famiglia di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso da un orso in Trentino, ha intenzione di denunciare la Provincia autonoma di Trento e lo Stato per aver reintrodotto gli orsi in Trentino. È il T quotidiano a riportare la notizia, citando la madre Franca Ghirardini, che già aveva parlato di tragedia annunciata. 

La famiglia, informa il giornale, si è già affidata a dei legali e l'intenzione è di contestare le modalità con cui è stato messo in campo il progetto Life Ursus, senza un referendum consultivo tra la popolazione della zona.

Approfondisci:

Andrea Papi ucciso dall’orso in Trentino: i funerali mercoledì. La fidanzata sul luogo in cui è morto

Andrea Papi ucciso dall’orso in Trentino: i funerali mercoledì. La fidanzata sul luogo in cui è morto

Le lacrime di famiglia e amici

I genitori, la sorella e la fidanzata ieri hanno dovuto avere a che fare con l’amara scoperta della morte di Andrea. Tutta la comunità del paese, gli amici, ma anche conoscenti e non via social, si sono stretti attorno al padre, Carlo Papi romagnolo ma trasferitosi da anni in Trentino dove gestisce alberghi, alla sorella Laura, alla madre Franca con cui il giovane viveva, ma anche alla fidanzata Alessia Gregori che insieme alla mamma del giovane ha dato l’allarme, visto che non lo vedevano tornare a casa.

Inoltre, nelle sue storie di Instagram Alessia ha fatto sapere che vicino alla chiesa di Caldes da oggi sarà presente una cornice, in cui chiunque potrà lasciare un ricordo da appendere, che si tratti di una foto, una dedica o un oggetto in sua memoria.

L’ordine di abbattimento dell’orso

Intanto, visto che sono usciti ieri i risultati dell’autopsia sul corpo del giovane laureatosi all’Università di Ferrara, le autorità hanno ordinato l'abbattimento dell'animale e di almeno altri 3 orsi. Oggi il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato l'ordinanza contingibile e urgente per abbattere l'orso. L'ordinanza firmata da Fugatti, "tenuto conto della situazione di gravissimo pericolo per l'incolumità e la sicurezza pubblica, riguardante potenzialmente più comuni", ordina al Corpo forestale trentino "di proseguire il monitoraggio intensivo dell'area ove si è verificata la tragedia, al fine di assicurare la massima tutela dell'incolumità e della sicurezza pubblica, di procedere, nel più breve tempo possibile, all'identificazione genetica dell'esemplare che si è reso protagonista dell'aggressione e di procedere all'abbattimento".

"Tempo di cattura non quantificabile"

"Non abbiamo ancora un' identificazione precisa dell'orso aggressore, ma tramite tamponi molecolari arriveremo all'analisi del Dna. Quando si verificano aggressioni importanti vengono prelevati campioni di pelo e escrementi per l'analisi genetica. Tempo per la cattura? Non è quantificabile, potrebbero bastare pochi giorni come diverse settimane", ha detto il dirigente dei Servizi foreste e faune della Provincia Autonoma di Trento, Giovanni Giovannini. La zona della Val di Sole, precisamente la destra orografica del fiume Noce da Dimaro fino a Mostizzolo, e la successiva parte basse della Val di Non, sono molto frequentate da mamme orse. E sull'ordinanza di abbattimento dice: "è una risposta emergenziale, lo stiamo cercando, quella è una zona molto abitata dagli orsi, il lavoro non è facile ma verrà abbattuto". Sulle operazioni di cattura e abbattimento, Giovannini spiega, "viene fatta un'analisi del territorio, bisogna capire dove si trova l'animale, non è facile ma possiamo contare su operatori del corpo forestale altamente specializzati dotati di un nucleo cinofilo dedicato alla ricerca degli orsi, sono operazioni che devono essere eseguite nella massima sicurezza".  

Lav: i trentini non educati alla convivenza con gli orsi

Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici della Lav nazionale, critica la gestione della presenza degli orsi sul territorio da parte della Provincia Autonoma di Trento: "La responsabilità di questa morte è della Provincia di Trento che per 24 anni non ha educato i cittadini alla convivenza con gli orsi sul territorio. Non ha educato come comportarsi all'incontro con un orso, alla gestione dei rifiuti con la creazione di cassonetti anti-orso: se l'orso abbina la presenza di cibo in un centro abitato è finita". "I residenti del Trentino hanno perso la consapevolezza della presenza dell'orso - dice Vitturi -. A metà degli anni '90 in Trentino c'erano solo tre orsi maschi anziani e ciò significava che la popolazione era biologicamente estinta. Il progetto Life Ursus di reintroduzione era esclusivamente di carattere scientifico che aveva l'obiettivo di dare una continuità della presenza dell'orso sul territorio. Successivamente il progetto ha avuto un volano turistico".  

Animalisti contro la decisione delle autorità

Le associazioni animaliste hanno, però, preso posizione contro l'ordinanza di abbattimento dell'orso. L'Oipa, in una nota, invita alla calma, auspicando che “le istituzioni non ricorrano alla barbarie dell'occhio per occhio, dente per dente”. “Dieci furono gli orsi rilasciati tra il 1999 e il 2002, e oggi se ne contano circa 100. Ma l'intento iniziale si è ribaltato e dalla protezione si sta passando all'uccisione”, ha commentato il responsabile per la Fauna selvatica dell'Oipa, Alessandro PIacenza. “Se il risultato di tanto sforzo è questo, tanto valeva che quello stanziamento di denaro pubblico fosse investito altrove”, ha aggiunto in riferimento al progetto Life Ursus.

Secondo l'Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), occorre "andare a fondo nelle indagini e ricostruire quanto accaduto”. Papi - ha proseguito l'associazione in una nota - “si sarebbe difeso con un bastone e questo potrebbe aver provocato la reazione dell'orso”.

Polemica sui social

Intanto sui social si moltiplicano i messaggi contro gli abbattimenti e a favore degli orsi. “L'orso non passeggia in città, così l'uomo si cerchi un altro posto dove andare a correre”, scrive un utente. Un altro afferma: “Come mai accadono solo in Trentino? Anche in Abruzzo ci sono gli orsi, ma non accade nulla”. “Boicottiamo il Trentino: sicuramente nel voler uccidere tutti gli orsi c'è il motivo economico”, si legge ancora tra i commenti.

Legambiente: niente caccia alle streghe

Quanto accaduto in Trentino-Alto-Adige è un fatto preoccupante - scrive Legambiente in una nota - Per il futuro dell'orso, chiediamo al Ministero dell'ambiente l'istituzione in tempi brevi di un tavolo di confronto tra dicastero, regioni, aree protette e associazioni perché la grande sfida da affrontare insieme è il miglioramento della gestione e la convivenza. Il responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, Antonio Nicoletti, e il presidente di Legambiente Trento, Andrea Pugliese sottolineano: "Solo così si potrà evitare che si dia il via a una nuova caccia alle streghe che abbia per protagonista l'orso, rischiando di far crescere e aumentare la paura nelle comunità locali e tra i turisti". Dopo aver espresso "vicinanza sia alla famiglia del giovane di 26 anni Andrea Papi sia alla comunità locale trentina", Nicoletti e Pugliese ammettono: "È chiaro che il destino di questo orso sia ormai segnato, così come è evidente che in Trentino-Alto-Adige ci sia un problema di gestione di questi plantigradi e di convivenza con la comunità locale".

Aggressione di orsi: i dati

Legambiente ricorda che questo sarebbe il primo caso registrato in Italia negli ultimi 150 anni di un'aggressione di un orso che provoca una vittima, a fronte di sette aggressioni ufficialmente registrate nell'area alpina italiana negli ultimi anni e qualche decina di contatti diretti tra il plantigrado e l'uomo. "La tragicità dell'evento e il dolore del momento non devono far dimenticare i rischi insiti nella natura e negli animali che la frequentano", e al tempo stesso Legambiente sottolinea che è importante aspettare gli esiti della relazione ufficiale di ISPRA che chiarirà la dinamica dei fatti per prendere le decisioni più appropriate.