Conselice, il paese palude: acqua sporca e aria fetida. "Rischi per la salute"

Nella cittadina ravennate alluvionata la fiumana non defluisce. La gente resta ai piani alti e riceve pasti a casa. La sindaca: "Le persone vadano in un luogo sicuro". Il reportage

Conselice (Ravenna), 24 maggio 2023 – In alcune zone l’odore nell’aria è da voltastomaco e l’acqua è marrone scuro, imputridita qua e là da chiazze che flottano opache sulla superficie. Nel quartiere che chiamano dei musicisti (per i nomi delle vie) ce n’è ancora quasi un metro tra palazzine e villette sommerse, dove la gente se ne sta rintanata ai piani alti da una settimana, nelle strade deserte tra cartelli ritti sulla melma e col rumore dei mezzi anfibi dei vigili del fuoco, gli unici che riescono a girare insieme a canotti e qualche trattore. E chissà cosa sarà finito dentro la fiumana che come una bava dopo una settimana ammanta ancora Conselice – poco meno di diecimila anime, nel Ravennate, metà territorio allagato – e non se ne vuole andare.

Conselice ancora allagata
Conselice ancora allagata

Secondo il Comune, ci vorranno almeno altri dieci giorni perché defluisca, se il livello continuerà a scendere così a rilento, circa venti centimetri al giorno, non di più (per ora). Qui, nella bassa stretta tra Sillaro, Santerno e Canale Destra Reno, il nuovo fronte dell’alluvione è la preoccupazione per la situazione igienico-sanitaria, mentre nelle campagne di Belricetto di Lugo si conta la sedicesima vittima, potrebbe essere un 68enne di Fusignano. "Stiamo cercando di convincere le persone a mettersi in un luogo sicuro e più vivibile, che potrebbe essere un camping o dei bungalow – ammette la sindaca Paola Pula –. La situazione è molto critica, sostanzialmente non riusciamo a fare defluire l’acqua, perché il sistema idraulico non ci consente di avviare pompaggi".

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Chiuse le falle sugli argini di Sillaro e Santerno, ma sul Destra Reno "la situazione è ancora delicata". Il canale ha una portata di 150 metri cubi al secondo e serve a raccogliere le acque piovane, "non dei fiumi", sottolinea il consorzio di bonifica. Nei giorni dell’alluvione si sono "scaricati 400 milioni di metri cubi d’acqua (e 120 da Sillaro e Santerno)", il canale è "sovraccaricato oltre la sua portata" e ciò "ha provocato "una rotta in destra idraulica" vicino Conselice. È come se in due giorni fossero caduti mille millimetri di pioggia contro una media annuale di 750. "L’invito" della sindaca Pula è ad abbandonare le case "anche per ragioni d’igiene", con "la raccomandazione (fatta pure dall’Ausl) di non camminare a piedi nudi nell’acqua e di proteggere adeguatamente la pelle dal contatto, anche con l’utilizzo di guanti e dispositivi di protezione individuale. Ed è necessario evitare che i bimbi giochino nelle aree allagate".

Claudio e Diana, marito e moglie, lasciano la casa dopo una settimana, vanno dalla sorella di lei. Soccorritori della Croce Rossa e vigili del fuoco li caricano a bordo del mezzo anfibio del comando di Bologna. "Abbiamo visto che l’acqua non scende e comincia a diventare troppo sporca, mercoledì della settimana scorsa traboccava dalle fogne", dice lui. Loro vanno, molti altri restano. Dai balconi richiamano l’attenzione di soccorritori e pompieri: si consegnano pasti a domicilio (quasi 800 distribuiti dalla Protezione civile) e si ritira la spazzatura di chi è ancora nelle case. "Ma restiamo qui, non sapremmo dove andare", grida una donna dal balcone. C’è paura di lasciare tutto, dai vestiti agli effetti personali, paura di sciacalli e furti. Un residente ha denunciato un tentativo di furto in casa. "I miei sono ancora laggiù, c’è un metro d’acqua al primo piano, ma restano in casa – dice Luisa Molinari –. Escono col canotto, quando serve, ma noi volontari portiamo viveri e provviste con i trattori".

Gli ettari allagati sono 3.136 e sotto l’acqua ci sono le case di 1.514 famiglie, un terzo del totale; 222 sfollati sono stati accolti nei centri di Conselice e Argenta. "In casa al primo piano è tutto da buttare", dice Sergio Becca, residente, mentre Maurizio Mascanzoni e Silvia Salimbeni sono andati a recuperare vestiti e altre cose dalla casa della madre di lei. Dalle prossime ore nelle aree asciutte o accessibili Hera ripartirà con la raccolta dei rifiuti. "Faccio un appello alle famiglie di anziani e fragili – dice la sindaca –, affinché si mettano in contatto col centro operativo della Protezione civile per permetterci di evacuarli. Li accoglieremo in strutture idonee fino al termine dell’emergenza".