GIOVANNI VOLPONI
Cronaca

Covid: i tempi di incubazione nel 2023

Contagi in crescita con la variante Eris predominante, allo studio l’aggiornamento del vaccino. Le ultime notizie sul virus

Bologna, 8 settembre 2023 - Il covid pare un ricordo lontano, ma in realtà è un virus molto ben radicato in tutto il mondo, con cui gli esperti dicono che dovremo convivere per sempre. Ma, se i sintomi sono rimasti sempre gli stessi, al momento quali sono i tempi di incubazione della malattia?

Covid, contagi in rialzo: quanto dura l'incubazione
Covid, contagi in rialzo: quanto dura l'incubazione

Covid: tempi di incubazione nel 2023

A fine agosto 2023 i dati dell’OMS dicono che nel mondo sono oltre 770 milioni i casi confermati di covid. E il dato è in crescita, con la variante Eris a predominare.

Il tempo d’incubazione dell’infezione da covid-19 (ovvero il tempo che passa da quando il virus entra nel nostro organismo fino a quando, moltiplicandosi, manifesta i sintomi e ci fa ammalare) non è un dato preciso e immutabile: si tratta di un tempo medio, che cambia da persona a persona e a seconda delle mutazioni del virus. Inizialmente, nel 2020, il tempo medio era di 5 giorni, ma con il generarsi di nuove varianti, gli studiosi hanno scoperto che via via sta diminuendo fino a 3-4 giorni, tempo medio della variante Omicron, la più diffusa fino a qualche mese fa. Dunque, se si è venuti a contatto con un malato, si può considerare dai 3 ai 5 giorni un periodo sufficiente per verificare la comparsa di eventuali sintomi.

Covid: la situazione oggi

I contagi, come detto, sono in aumento, anche se fortunatamente le ultime varianti, anche grazie alla maggior parte della popolazione già vaccinata, non hanno conseguenze e manifestazioni cliniche severe.

I dati OMS di qualche giorno fa dicono che i Paesi più colpiti sono: Corea del Sud (1.296.710 nuovi casi; +73%), Italia (26.998 nuovi casi; +81%) e Regno Unito (26.264 nuovi casi; +89%), cui seguono Australia e Singapore.

Dal punto di vista delle varianti in circolo, a livello mondiale è EG.5 (Eris) a prevalere.

Gli studiosi dicono anche che chi ha già contratto la malattia, con le nuove varianti non sia protetto come in passato, ma si possa riammalare con una certa facilità. Insomma, ci si può reinfettare.

È per questo che le aziende farmaceutiche, come avveniva già con il vaccino antinfluenzale, stanno mettendo a punto per l’autunno degli aggiornamenti al vaccino per Omicron in modo che sia utile vaccinarsi anche per chi ha contratto la malattia e potrebbe comunque contagiarsi nuovamente.

Ho il Covid, cosa fare? Le regole

Dall’11 agosto è decaduto l’obbligo di isolamento domiciliare in caso di positività al Covid. Tuttavia è fortemente raccomandato, in presenza di febbre e sintomi respiratori come raffreddore e tosse, evitare il contatto con persone fragili, donne in gravidanza e immunodepressi e utilizzare la mascherina per evitare di diffondere l'infezione.

Decaduto anche l'obbligo di autosorveglianza e mascherina Ffp2 per i contatti a rischio, ma in caso di sintomi è bene non trascurarli e adottare le stesse precauzioni indicate per i positivi.