Emilia Romagna in zona gialla. Bonaccini: "Non è un liberi tutti"

Il governatore: "Le restrizioni hanno pagato, continuiamo a essere responsabili". E ieri l’indice Rt nella regione è sceso sotto il livello 1

Stefano Bonaccini e la mappa dell'Italia divisa in zone

Stefano Bonaccini e la mappa dell'Italia divisa in zone

Bologna, 5 dicembre 2020 - Da arancione a giallo. L’Emilia Romagna cambia colore e da domani entra nello scenario di rischio moderato. Vuol dire che ci sarà un allentamento delle misure restrittive, con due cambiamenti sostanziali. Il primo riguarda la mobilità, perché viene a cadere il divieto di lasciare il proprio comune o la propria regione: oggi, ultimo giorno in arancione, lo spostamento al di fuori dell’area di residenza o domicilio è possibile solo per motivi di necessità o di lavoro, mentre da domani ci si potrà muovere tra i comuni dell’Emilia Romagna rispettando il coprifuoco e andare in un’altra regione purché sia in zona gialla. L’altro cambiamento riguarda i pubblici esercizi, bar e ristoranti, che dalla modalità esclusiva dell’asporto passano all’apertura al pubblico fino alle ore 18.

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Ad annunciare il cambio di colore è stato Stefano Bonaccini con un post su Facebook nel pomeriggio di ieri. "Le restrizioni di queste tre settimane hanno pagato – le parole del presidente della Regione – ma dobbiamo continuare a essere responsabili e rispettare le regole perché l’impegno di tutti per frenare la pandemia deve proseguire per proteggere la salute di ciascuno, a partire dalle persone più fragili, e aiutare le strutture sanitarie e sociosanitarie – medici, infermieri, operatori – che ogni giorno continuano a fare il loro lavoro in maniera encomiabile".

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Simile è il monito di Raffaele Donini, assessore regionale alle Sanità, che considera il ritorno in zona gialla "il frutto del sacrificio e delle azioni di contenimento di queste settimane. Per non tornare indietro occorre la responsabilità di tutti". Paolo Calvano, assessore regionale al Bilancio e numero uno del Pd in regione, sottolinea "il grande impegno e il sacrificio dei cittadini emiliano-romagnoli in queste settimane. Ma non è un liberi tutti".

L’Emilia Romagna ottiene quanto auspicato, proprio nel giorno in cui l’indice Rt è sceso sotto quota 1: ieri è arrivato a 0,99 dall’1,11 della settimana scorsa. Proprio i dati in costante miglioramento hanno reso possibile il cambio di colore. La regione era passata nello scenario di rischio superiore domenica 15 novembre e lì è rimasta per tre settimane. Eppure l’arancione era arrivato a sorpresa, tanto che Bonaccini aveva firmato d’intesa con Zaia e Fedriga, presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, un’ordinanza con misure restrittive (come lo stop alle attività di vendita nei festivi, eccetto le attività essenziali) nel momento in cui si dava per probabile la permanenza dell’Emilia Romagna in giallo.

Così non è stato e da Piacenza a Rimini, per un paio di settimane, le restrizioni dovute al passaggio in zona arancione si sono sovrapposte con quelle dell’ordinanza regionale, poi mitigata. Da domani si torna in giallo, ma con la prospettiva di fare i conti presto con le limitazioni previste dall’ultimo Dpcm. Lo spostamento tra regioni in giallo sarà libero per due settimane, poi scatterà il divieto dal 21 dicembre al 6 gennaio. La possibilità di spostarsi liberamente tra i comuni – con le eccezioni di Natale, Santo Stefano e Capodanno – è considerata fondamentale dalle associazioni di categoria del commercio per favorire la ripresa nel periodo degli acquisti natalizi, dopo settimane di scarsi affari.

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Capitolo pubblici esercizi: si può riaprire fino alle 18, ma finora c’è anche chi ha scelto di tenere chiusa l’attività pur in zona gialla. Questo perché lavorare a pranzo (e la sera con l’asporto) non sempre consente di generare ricavi sufficienti ad andare avanti. E il conto delle restrizioni è salato, con fatturati scesi anche del 70-80%.