"Ligabue aiutaci". L'appello dei dipendenti della Rcf Reggio Emilia

L'azienda, leader in audio professionale che dà il nome all'arena del Campovolo, annuncia la chiusura della sede di San Benedetto del Tronto. E un operaio scrive al cantante che risponde all’appello: "Sono solidale"

Luciano Ligabue e una postazione Rcf

Luciano Ligabue e una postazione Rcf

Reggio Emilia, 21 gennaio 2020 - Trasferimento a Reggio Emilia o licenziamento. Pare che il futuro riservato a 23 dipendenti della filiale Rcf di San Benedetto del Tronto non lasci spazio alle vie di mezzo. Per ora, dal fronte sindacale Cgil reggiano è arrivata la notizia di un imminente incontro con la direzione aziendale, che faccia chiarezza sulle ragioni di questa decisione.

AGGIORNAMENTO / Ligabue risponde all’appello: "Sono solidale"

La società reggiana Rcf, tra le più conosciute nel mercato dell’audio professionale, ha uno stabilimento a Reggio che conta circa duecento dipendenti e, appunto, quello marchigiano. In entrambe le sedi regionali si era trovato una sorta di equilibrio in cassa integrazione, fino al 12 dicembre scorso, giorno in cui nelle Marche è arrivata la notizia della chiusura.

A riferirlo è un dipendente dello stabilimento di San Benedetto del Tronto, Fabrizio Traini: "Questa comunicazione è avvenuta in un modo che non esito a definire brutale, nel corso di un incontro in teleconferenza tra azienda ed Rsu. Nessun margine di trattativa, nessun tentativo di ricorrere ad ammortizzatori sociali". Sono parole di una lettera che cerca di comprensione ed eco, indirizzate a una persona che ha fatto del Campovolo il suo regno, la stessa che in estate ha inaugurato la Rcf Arena: il cantante Luciano Ligabue.

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"Mentre ti scrivo mi batte forte il cuore – si legge nella lettera –. Le mie mani sono fredde e in fabbrica si prospetta un’altra giornata di frustrazione, col morale a terra per l’incertezza sul nostro futuro e soprattutto per i chiarimenti che non ci sono stati dati". Per far fronte alle difficoltà economiche, la Rcf ha chiesto un prestito di 44 milioni di euro a un pool di banche, le quali hanno a loro volta messo sul piatto la necessità di una ristrutturazione aziendale. A quel punto i dipendenti marchigiani si sono trovati di fronte a un bivio secco e drammatico: lasciare tutto e trasferirsi nello stabilimento reggiano, oppure non accettare questa soluzione ed essere, in poche parole, lasciati a casa.

"Questa proposta è di fatto un licenziamento mascherato – prosegue Traini –. Seriamente si può proporre a donne e uomini dai 45 ai 57 anni con moglie, figli e affetti di trasferirsi a 380 chilometri? Se ci rifiutassimo saremmo degli ingrati?". Domande che al momento cadono nel vuoto, in attesa di delucidazioni dopo l’incontro tra le parti sindacali e i vertici aziendali.  Nel frattempo, l’agenzia di comunicazione del cantautore correggese con sede a Milano, Parole&Dintorni, riferisce di aver girato la lettera a Ligabue e al suo manager.

"Se mi chiedi il fine di questa lettera beh, non lo so nemmeno io – conclude Traini –. Forse, la speranza di vederci tutti il 19 giugno 2021 alla Rcf Arena di Reggio Emilia per il tuo concerto, con la pandemia alle spalle e ancora come dipendenti Rcf della filiale di San Benedetto del Tronto".