CronacaOmicron e fine pandemia, i dubbi del matematico: "E' un azzardo"

Omicron e fine pandemia, i dubbi del matematico: "E' un azzardo"

Marco Roccetti dell'Università di Bologna avverte: "La variante è quasi un altro virus". I rischi dell'endemizzazione sull'aspettativa di vita

Bologna, 24 gennaio 2022 - Per chi ha tirato un sospiro di sollievo alla notizia - data dall'Oms - che la variante Omicron segnerà la fine di questa lunghissima pandemia da Covid, sono una doccia fredda le parole del matematico Marco Roccetti, ordinario di Scienza dei dati all'Università di Bologna, che è molto meno ottimista e definisce l'assunto un azzardo dal punto di vista del calcolo delle probabilità. Nel caso poi che  il Covid dovesse endemizzarsi, cioè diventare un virus 'abituale', che si presenta periodicamente come l'influenza, il matematico sottolinea che i costi sarebbero molto alti e verrebbe abbattuta l'aspettativa di vita.

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"Omicron è quasi un altro virus"

 "Omicron in qualche modo è quasi un altro virus rispetto alle varianti precedenti Delta o Alfa - è il ragionamento - e quindi non c'è dubbio che si sta entrando in una nuova fase, ma non vi è certezza che questa possa rappresentare la fine della pandemia e dell'emergenza Covid in Europa. E' un azzardo affermarlo dal punto di vita probabilistico. Una ipotesi del tutto discutibile, innanzitutto perché omette di considerare il fatto che possa giungere una nuova variante. Dal punto di vista scientifico, la verità non è una cosa deterministica ma un intervallo di probabilità". 

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I costi del Covid e l'aspettativa di vita

"E poi c'è da farsi una domanda fondamentale: a quale costo? Mi riferisco rispetto a malattia, occupazione di posti letto negli ospedali, di decessi - continua il matematico - La pandemia ha avuto un costo in termini economici, sociali e psicologici quando abbiamo tentato di contenerla ma se ora si allenta tutto con assoluta libertà, ci si deve chiedere quante persone fragili e 80enni continueranno a morire. L'endemizzazione ha un costo perché negli anni porta alla diminuzione delle aspettative di vita. Ha ragione il professor Crisanti. E dobbiamo ricordarcene, che cosa facciamo prepariamo un mondo in cui i giovani vivranno 72 anni in media?".

Burioni cauto: il virus cambia in continuazione

Cauto anche Roberto Burioni, che a Che tempo che fa su Rai3 sulla fine della pandemia ha commentato: "L’esperienza degli ultimi due anni ci ha insegnato che le previsioni sono molto difficili da fare. Abbiamo un virus che cambia in continuazione, che però in questo momento sembra essere diventato meno pericoloso. È contagiosissimo, ma per quelli che sono vaccinati con terza dose è molto meno pericoloso. Speriamo bene, ma è meglio eccedere in cautela”.