Pale eoliche in mare, Gnassi contro: "Voi fareste delle biomasse nella Cappella Sistina?"

Il sindaco di Rimini: "L’ecomostro uccide il paesaggio e anche la vocazione turistica del nostro territorio"

Andrea Gnassi

Andrea Gnassi

Rimini, 13 dicembre 2020 - Sindaco Andrea Gnassi, teme un progetto calato dall’alto?

"Peggio, temo un progetto che condizionerà in maniera nociva il presente e il futuro della costa romagnola, le spiagge della Dolce Vita, nel nome di un presunto ambientalismo che come primo effetto avrebbe proprio lo sfregio dell’ambiente. Questo non va permesso. Troppe volte l’Italia, e Rimini stessa, ha pagato in passato un tributo altissimo a progetti realizzati con la fretta, la speculazione, la necessità (e la scusa) dell’emergenza. Poi nel medio e lungo periodo si sono rivelati per quello che erano: zavorre per il territorio. Questo progetto di eolico al largo delle nostre coste è sbagliato nel merito e nel metodo, e cioè facendo capire esplicitamente che comunque la comunità locale non avrà né ruolo né voce in capitolo. Vedremo. Non credo".

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Dalle amministrazioni locali alle associazioni di categoria sono tutti preoccupati dell’impatto che avrà sul turismo. Sente nel governo la medesima preoccupazione?

"Il tema è un altro. Il futuro è il coraggio di un green new deal, vero! Citare Greta Thumberg fa chic ma poi le scelte si misurano nel concreto. Che ecologia può scaturire quando si ammazza il paesaggio e la vocazione stessa di un territorio? Il Governo dà linee d’indirizzo ma poi le intenzioni vanno calate nel contesto, non violentandolo. Mettereste un impianto di biomasse dentro la Cappella Sistina?"

Quando ha letto nelle risposte alle osservazioni di Energia Wind il paragone con il parco eolico dell’HornsRev in Danimarca nel Mare del Nord, rispetto all’impatto su turismo, cos’ha pensato?

"Che è una comparazione sciocca paragonare le spiagge, la linea blu citata da Tonino Guerra che si vede dalle Terre dei Malatesta, ai mari del nord che hanno come vocazione quella industriale. Il paragone è imbarazzante per chi lo propone".

Ci sono dei margini per rendere il progetto presentato sostenibile per le peculiarità dell’economia della Riviera?

"Sì, ma non nell’arretrare di qualche metro le pale in modo da rendere meno visibile dalla riva questo ‘ecomostro’. La soluzione sta in una politica di area vasta tra territori della Romagna. So che c’è l’ipotesi di Ravenna, il cui mare ha peculiarità sensibilmente differenti da quello riminese. Decidere di fare lì un campo eolico che garantisce energia a tutta la Romagna sarebbe una scelta più razionale. Ci vuole un piano energetico almeno romagnolo. L’obiettivo è 1000 megawatt: dalla riconversione edilizia, dell’urbanistica, della mobilità, alla vocazione industriale off shore di Ravenna. Oppure continuiamo a fare la politica del 2? Due impianti eolici? Due aeroporti? E così via".