Vaiolo delle scimmie, Burioni: "Diverso dal Covid, il vaccino esiste già"

L'intervento del virologo pesarese a Che Tempo che Fa: "Un virus che conosciamo già". Locatelli (Iss): "Non ci sono elementi di particolare preoccupazione"

Roberto Burioni a Che Tempo che Fa sul vaiolo delle scimmie

Roberto Burioni a Che Tempo che Fa sul vaiolo delle scimmie

Roma, 22 maggio 2022 - Il virologo pesarese Roberto Burioni, ospite come ogni domenica a 'Che Tempo che Fa', ha parlato del vaiolo delle scimmie, l'ultima malattia che preoccupa l'Italia. A rassicurare però gli spettatori della trasmissione di RaiTre e tutti coloro che stanno seguendo con una certa preoccupazione i dati sulla diffusione di questa nuova malattia ci ha pensato subito il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli intervistato da Fazio. "Non ci sono al momento elementi di particolare preoccupazione - ha detto - ovviamente la situazione va monitorata".

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 A dargli man forte il virologo pesarese. "Innanzitutto - ha spiegato Roberto Burioni - è bene sottolineare la differenza col Covid: qui si tratta di un virus non totalmente sconosciuto come è stato nel caso del Covid e per questo di un 'cugino' molto meno pericoloso del primo. Per il vaiolo delle scimmie esiste infatti già un vaccino, lo stesso grazie al quale abbiamo debellato il vaiolo già dal 1981".

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"Il vaccino contro il vaiolo - ha aggiunto ancora Burioni - protegge quindi si pensa anche da quello delle scimmie. Quello che si cercherà di capire nei prossimi  giorni è se ci troviamo o meno davanti a una variante del primo".

Ma ci sono comunque buone notizie: prime fra tutte che questo virus non si trasmette così facilmente, è necessario infatti, per quello che ne sappiamo fino ad oggi di contatti ravvicinati. Per questo, al momento si tratta ancora di ipotesi, si pensa che circoli più facilmente tra i giovani per due motivi: perché molti di loro non sono vaccinati contro il vaiolo e perché hanno una vita sessuale più attiva. Ma anche questa rimane un'ipotesi".

"Insomma - ha concluso Burioni - gran parte della popolazione è già vaccinata contro questo virus e seconda buona notizia, il ceppo che sta circolando in Europa sarebbe comunque quello meno pericoloso".

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"La cattiva notizia - ha concluso il virologo pesarese - sta nel fatto che certamente i casi nel nostro Paese sono un numero maggiore di quelli registrati fino ad oggi ed è per questo necessario interrompere attraverso il monitoraggio la catena del contagio".