Zona gialla: Rt e altri parametri per cambio di colore e regole meno rigide

Contano anche incidenza e occupazione di terapie intensive e altri reparti Covid. I dati che 'promuovono' e quelli che condannano alla zona arancione

I grafici delle terapie intensive e dei ricoveri, la mappa dei colori e gli indici Rt

I grafici delle terapie intensive e dei ricoveri, la mappa dei colori e gli indici Rt

Bologna, 28 gennaio 2021 – Emilia Romagna, Veneto e Marche potrebbero tornare in zona gialla. Tutto dipende dall’esito del prossimo monitoraggio, la cui uscita è prevista per domani. I parametri sanitari a cui bisogna far riferimento sono tre: indice Rt, che misura la velocità di diffusione del virus; incidenza, cioè quante persone sono state contagiate ogni 100mila abitanti e percentuale di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e negli altri reparti Covid, che sono quelli non critici.

Aggiornamento I cambi di colore del 29 gennaio

Se da una parte l'Emilia-Romagna spera nel giallo, dall'altra la mappa proposta dalla Commissione europea la tinge di rosso scuro. Il presidente Stefano Bonaccini non ci sta, e con i colleghi Luca Zaia del Veneto e Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia, che condividono la sfumatura restrittiva, commenta: “Imporre ai cittadini delle nostre Regioni l'obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell'Unione europea, così come previsto per le realtà colorate di 'rosso scuro', significherebbe penalizzare le amministrazioni che effettuano il maggior numero di tamponi e non, come sarebbe invece necessario, operare una valutazione su parametri epidemiologici oggettivi". Sul fronte marchigiano il presidente Francesco Acquaroli, facendo il punto dei primi tre mesi di amministrazione con gli assessori della Giunta, torna a parlare di restrizioni e di numeri virtuosi che caratterizzano la sua regione in questi ultimi giorni. Va nel merito della lettera scritta al ministro Speranza, chiedendo di tenere conto, per l'attribuzione delle fasce di colore, che "l’indice Rt nelle Marche è sotto ad 1 ormai dal 15 novembre". Aggiungendo poi che "se è vero che c’è stato un aumento dei casi durante le festività natalizie, ormai quasi un mese fa, è anche vero che in questi giorni la pressione ospedaliera sta scendendo, così come si sono dimezzati i contagi giornalieri e sono stati aggiunti posti letto in terapia intensiva". 

Zaia fa parlare i numeri. “Il nostro Rt è 0,62”, dice il presidente del Veneto. “Questa settimana - aggiunge – la nostra è la seconda regione in Italia con Rt più basso”. Proprio il calo dell'indice di contagio potrebbe permettere di lasciare i confini dell'area arancione. “Ho ragionevoli speranze che si possa arrivare alla zona gialla - dice Zaia -. Sappiamo di aver fatto tre settimane di arancione, che sono per convenzione il periodo normale. Questo ci dà un segnale di speranza da un lato, e di preoccupazione. Ricordo che il virus sta facendo fare altalena a numerose nazioni”.

Sono i parametri a stabilire se le speranze dei governatori sono concrete. Vediamo tutti gli indicatori nel dettaglio, per capire come devono essere per rientrare perfettamente nel criterio della zona gialla.

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Indice Rt

Per essere in area gialla, l’indice Rt deve essere minore di 1. Quando è sotto l’1, si ha uno scenario di tipo 1, in cui la trasmissione del virus è localizzata in focolai. Secondo l’ultimo monitoraggio, con i dati al 20 gennaio, l’Rt dell’Emilia-Romagna era a 0.97. Quello delle Marche 0.98 e nel Veneto 0.81.

Quanto l’Rt è sopra 1, si rientra in uno scenario di tipo 2, in cui la sostenibilità è sostenuta e diffusa e scatta l’arancione. Il rosso, invece, si ha quando l’Rt arriva a 1.25.  

Incidenza

L’incidenza misura quante persone ogni 100mila abitanti sono state contagiate. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, l’incidenza nazionale era di 145, un dato ancora lontano “da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.

Il punto è che il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100mila abitanti in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate. Quindi avere un’incidenza attorno al 50 o sotto sarebbe ottimale per poter controllare e tracciare la diffusione del virus sul territorio.

L’incidenza settimanale dell’Emilia-Romagna era 202, quella delle Marche 172 e quella del Veneto 201.  

Terapie intensive

La soglia che determina la zona arancione è un’occupazione che supera il 40%, per quanto riguarda le terapie intensive. Quindi, per stare nel giallo, i posti letto devono essere occupati tra il 30% e il 40%. Secondo i dati di ieri, 27 gennaio, l’Emilia-Romagna è al 28%, le Marche sono al 31% e il Veneto è al 26%. La media nazionale, invece, è al 27%.  

Reparti Covid non critici

L’occupazione al 40% nei reparti Covid non critici è la soglia di allerta. Se la si supera, significa che il sistema sanitario sta soffrendo. Se la percentuale, invece, è minore o uguale a 40% la situazione è ancora gestibile. Secondo i dati di ieri, 27 gennaio, l’Emilia-Romagna ha un’occupazione del 37%, le Marche del 47% e il Veneto del 28%. La media nazionale è del 33%.

 

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