Lucio Dalla è cultura. Un’eredità totale che non se ne andrà. E vive nei giovani

Le iniziative raccontate attraverso articoli, speciali, video e podcast. Il ‘Ballerino’ di Qn-Carlino dedicato alla scrittura e alla poesia. Un viaggio con la Fondazione e iCompany "al limite fisico del racconto".

Lucio Dalla è cultura. Un’eredità totale che non se ne andrà. E vive nei giovani

Lucio Dalla è cultura. Un’eredità totale che non se ne andrà. E vive nei giovani

Al limite fisico del racconto. Ascoltare Lucio Dalla; ascoltare ‘Tutta la vita’, il brano che apre il disco ‘Viaggi Organizzati’ di cui ricorrono i 40 anni; ascoltare il testo, quel testo, e farlo proprio. Lucio, 12 anni dopo la scomparsa e a 81 anni dalla nascita, è ancora qui e ci stimola ad andare al limite fisico del racconto. Noi del Carlino lo faremo con queste pagine speciali, con la copertura video, podcast e di articoli online che trovare sul nostro sito all’indirizzo https://www.ilrestodelcarlino.it/cultura/ciao-rassegna-lucio-dalla

Cosa significa spingersi, più precisamente, al limite fisico del racconto? Significa, prima di tutto, capire quanto l’eredità di Lucio Dalla abbia un peso su tutto il sistema della cultura italiana e non solo. Cultura non significa solo musica, su questo non ci sono dubbi. Significa anche le lettere, ma pure arte figurativa, cinema, fotografia. Dai videoclip al coinvolgimento di pittori e artisti visuali, dall’illustrazione alla narrativa, c’è Lucio oltre il limite fisico di ogni racconto. E per Lucio arte era tutto questo, in un unico grande viaggio, organizzato talvolta nella disorganizzazione. Caos creativo ed etica rigidissima, Lucio era tutto questo e molto più.

Se guardiamo anche al recente Festival di Sanremo, nessuno potrà negare quanto Dalla abbia influenzato i cantanti più moderni e contemporanei.

Penso a Mahmood, con la versione ‘sarda’ di ‘Com’è profondo il mare’, delicata e ridotta all’essenziale dal rimpiattino sulle noti basse dei Tenores di Bitti. A Cesare Cremonini con la magia del duetto ‘impossibile’ e possibile su ‘Stella di mare’. O ai talent che hanno riportato il cantautorato al posto che merita.

Sono passati dodici anni dalla scomparsa di Lucio e quasi pare ieri. Il Carlino diede sul sito la notizia in esclusiva. I momenti più difficili, quello che nessuno vuole scrivere. Erano passate le 11 e la notizia arrivò: "Dalla è morto, l’hanno trovato morto in un albergo in Svizzera". Trenta minuti di chiamate, il silenzio. Poi la conferma: "È morto".

Era mezzogiorno: dal Carlino a tutte le agenzie poi su Sky, poi nel mondo. L’emozione diventò lacrima. Lucio era morto. No, Lucio non è morto – questo l’ho già scritto più volte e lo confermo – e noi lo sappiamo. È per tutti questi motivi che, insieme con la Fondazione Lucio Dalla e con Massimo Bonelli di iCompany, abbiamo creduto fin dall’inizio nella rassegna ‘Ciao’.

Una finestra non solo sulla musica di oggi, ma soprattutto su quella di domani. Da quest’anno il ‘Ballerino’ speciale di Qn-Carlino sarà dedicato alla scrittura: parole, poesia, metrica, testi, narrativa. Abbiamo scelto Enrico Brizzi, scrittore bolognese, italiano, europeo. Scrittore e amante della musica: non solo per la fluidità della sua prosa, ma anche perché fortemente amante del rock e della canzone. Non è un caso che quest’anno, per i 30 anni dall’uscita del romanzo generazionale ‘Jack Frusciante è uscito dal gruppo’, Brizzi accompagnerà letture a musica dal vivo, arrivando nella sua Bologna. Anche qui, non è un caso, si va al limite fisico del racconto. Sforzo umano, connessione quasi sovrannaturale.