FRANCESCO MORONI
Cultura e spettacoli

Federico Buffa: "Kobe Bryant rivive a teatro"

Dal palco del Duse di Bologna l’annuncio del nuovo spettacolo: "Porto a Reggio e sotto le Torri la storia del grande campione"

Dal palco del Duse di Bologna ieri l’annuncio del nuovo spettacolo: "Porto a Reggio e sotto le Torri la storia del grande campione"

Dal palco del Duse di Bologna ieri l’annuncio del nuovo spettacolo: "Porto a Reggio e sotto le Torri la storia del grande campione"

Kobe Bryant rivive a teatro. Per umanizzare l’atleta. Per raccontare i valori universali del campione. Per esplorare i sogni, la lotta interiore e il desiderio di superare i propri limiti.

La mente dietro il progetto è quella di Federico Buffa, tra i più grandi storyteller sportivi del nostro Paese, e l’annuncio è arrivato ieri sera dal palco del Teatro Duse (a Bologna), dove il giornalista ha portato il suo ’La milonga del Fútbol’ (omaggio a Cesarini, Sivori e Maradona).

Perché si sa che Buffa ama muoversi agilmente tra calcio, basket e altre discipline, ma si sa anche che quella per la pallacanestro resta la sua passione principale. E così nasce ‘Otto Infinito – Vita e morte di un Mamba’, il nuovo spettacolo dedicato alla compianta star americana, morta insieme con la figlia Gianna in un incidente in elicottero nel gennaio 2020: il lancio non poteva che avvenire a BasketCity, proprio al Duse, dove Buffa porterà il progetto per quattro date – dopo il debutto al Teatro Valli di Reggio Emilia – il 10 febbraio, il 17 marzo, il 7 aprile e il 16 maggio. La nuova produzione Imarts si avvale del contributo della Regione per la regia di Maria Elisabetta Marelli. Un’esperienza visiva e sonora, grazie a una scenografia immersiva, con musiche di Alessandro Nidi (pianoforte), Sebastiano Nidi (percussioni) e Filippo Nidi (trombone). Il light designer è Alberto Negri, i visual sono di Francesco Poroli (biglietti disponibili da oggi su Vivaticket).

Buffa, come nasce l’idea?

"Quest’estate abbiamo dato vita a sei date sperimentali, in provincia di Parma, per cominciare a ragionare sul progetto. Sul palco c’erano solo pianoforte e voce. Ora, siccome non possiamo usare le immagini di Kobe protette dai diritti Nba, abbiamo deciso di dare una dimensione teatrale, che pure non era ciò che avevamo pensato all’inizio".

Come mai?

"Volevo uno spettacolo nei palazzetti, come il PalaDozza a Bologna, per fare avvicinare anche un pubblico diverso e più giovane, ma purtroppo è molto complicato".

Da qui, la scelta della dimensione teatrale.

"Il Duse ci è venuto incontro, anche perché i prezzi del biglietto restano sotto la media".

Alla fine, quindi, a BasketCity verrà lo stesso...

"Partiremo da Reggio perché è noto come Kobe abbia esordito nelle giovanili della Pallacanestro Reggiana (stagioni ‘89-‘90 e ‘90-‘91, ndr), ma io ho insistito, sì: andiamo a BasketCity".

La città del basket per eccellenza.

"Lo è sempre stata. A Bologna è diverso, c’è un clima speciale: con questo palazzetto in mezzo alla città, incastonato tra case e portici, si capisce subito mettendoci piede".

Lei che ricordi ha?

"A Bologna venivo per seguire la mia squadra, e ne prendevamo sempre 30 dalla Virtus (sorride, ndr). Mi chiedevo: perché a Milano non abbiamo un palazzetto così? Per anni abbiamo giocato al Palalido, che è una sorta di hangar... Quindi sì, a Bologna non potevo mancare".