Editoriale

Il ballo (solitario) delle Fiere

Parma stringe la mano a Milano; Rimini si allarga in Asia; Bologna punta alla Borsa. In Emilia Romagna, è in corso un frizzante riposizionamento delle fiere più importanti che, in barba alle strategie della Regione che le vorrebbe unite, continuano a ballare da sole. Guardando anche altrove. Le Fiere di Parma hanno appena presentato il proprio piano industriale che vede appunto al centro una alleanza strategica e finanziaria con Milano per armonizzare e valorizzare Cibus Parma e Tuttofood Milano. Secondo le intese, la fiera ducale coordinerà le due principali kermesse agroalimentari che si svolgono in Italia e Fiera Milano diventerà azionista di Fiere di Parma con una quota di minoranza. Insomma, ecco un asse con la Lombardia. Rimini, invece, giù unita da tempo a Vicenza, cerca spazio ad Est, varando una società dedicata a Singapore che controllerà due fiere nel settore dei gioielli e del food. E’ una mossa importante in un mercato dalle grandi potenzialità che mette in luce come l’internazionalizzazione sia nel Dna dei romagnoli. E l’apertura all’estero, così come la Borsa, è tra gli obiettivi del rinnovato consiglio di amministrazione della Fiera di Bologna, che ha riconfermato come presidente Gianpiero Calzolari, in quel ruolo dal 2017. In sostanza, le Fiere si muovono, notizia positiva sicuramente, ma ancora una volta in ordine sparso e ognuna per sé. Tutto questo dimostra ancora una volta che alla Regione sta sfuggendo di mano la possibilità di trovare un’armonizzazione o una sinergia tra loro, partendo dalla fusione tra Bologna e Rimini. Eppure l’alleanza, la sinergia, il dialogo potrebbero aiutare ancora di più il settore a crescere. E invece Parma guarda alla Lombardia, Rimini al Veneto e Bologna vuole fare da sola. Sarà il tempo a dire se tutto questo porterà dei frutti oppure no. Certo è che è un peccato vedere tre importanti realtà del territorio preferire chi ha le radici in altre regioni rispetto ai vicini di casa.