Editoriale

Il Pratello e il cortocircuito del 25 aprile

Ogni 25 aprile, le polemiche non mancano mai. Più che di stampo politico – il significato del giorno della Liberazione e l’Antifascismo non devono essere messi in discussione – a tenere banco è la querelle sul degrado. Lo spettacolo indecoroso dello scorso anno, con bottiglie ovunque, latrine a cielo aperto, uomini ragni che scalano il portone di San Francesco come fosse il Chrysler Building di New York, non deve più ripetersi. Il nostro giornale, lo ricordiamo, il giorno dopo titolò: ‘La grande bruttezza’.

Perché un conto è la legittima festa, che può anche essere molto partecipata e affollata (la gente è tanta da non riuscire quasi a muoversi, nelle ore di punta), un conto è non mostrare il minimo rispetto per la città, che è patrimonio di tutti. La condanna, lo ricordiamo, fu unanime, a partire dall’amministrazione e dal Quartiere, che invocarono il ‘pugno duro contro gli incivili’.

Il banco di prova, ora, è imminente. Sono stati promessi più controlli e qualche bagno chimico in più (25, tre in più dell’anno precedente, comunque pochi), l’eliminazione di alcuni punti musica e un orario di chiusura dei locali di via del Pratello e piazza San Francesco anticipato alle 19, con raccomandazione del sindaco ad andare a casa e ‘spegnere’ la festa entro quell’ora. Basterà a non farsi sfuggire di mano la situazione? Lo auspichiamo, ma il dubbio è legittimo. Come è legittimo restare perplessi sulla retromarcia fatta dal Comune sull’evento annunciato ufficialmente in piazza San Francesco che, per l’occasione, sarebbe stata a numero chiuso. Si era pubblicizzato qualcosa che andasse ad arricchire la festa, magari riportandola alla radice della Liberazione dal nazifascismo, ma il comitato Pratello R’esiste si è arrabbiato e tutto è saltato. Diciamo la verità: non è detto che blindare piazza San Francesco avrebbe migliorato la situazione, in quanto la fiumana di persone sarebbe stata costretta nella sola via del Pratello. E non è detto che, come l’anno scorso con il sagrato di San Francesco, le transenne non sarebbero state travolte e abbattute facilmente. Anzi, può darsi che le valutazioni del Comune siano state di questo tipo. Ma di sicuro qualcosa si è inceppato: l’impressione è che l’amministrazione si sia piegata alla rabbia degli organizzatori. E questo non ci pare un buon viatico per la festa che ci aspetta.