Editoriale

La Virtus si sdoppia: i ragazzi per gli awards, le ragazze per lo scudetto

E’ un momento d’oro per la Virtus. La squadra maschile, allenata da Sergio Scariolo, sta correndo per chiudere al primo posto la regular season. E non solo. Le ragazze, allenate da Giampiero Ticchi, giocheranno per il secondo anno consecutivo per vincere lo scudetto. Ma in questa stagione, rispetto al 2022, avranno il vantaggio dell’eventuale bella in casa. Ma procediamo con ordine, partendo dai maschietti. Anche perché la Virtus, tornata in Eurolega dopo una lunga attesa, è in lizza per portare a casa diversi premi assegnati dalla Lega. A fare la voce grossa è proprio il capitano, Marco Belinelli, che a 37 anni corre per tre premi: miglior giocatore del campionato, miglior italiano e miglior sesto uomo. E se Sergio Scariolo (allenatore) e Alessandro Pajola (come difensore) sono in lizza per un singolo riconoscimento, ecco la possibile doppietta per Nico Mannion, tra i migliori under 22 e tra gli atleti “più migliorati”, come amano dire gli statunitensi. In mezzo a tutto questo, poi, c’è il titolo, tutt’altro che platonico (anche se nelle ultime due stagioni non ha portato fortuna) di squadra vincitrice della regular season. E le donne? Non le abbiamo lasciate per ultime per mancanza di cavalleria. Ma perché, piuttosto, Zandalasini e compagne possono riscrivere la storia della pallacanestro rosa di questa città. Non c’è mai stato uno scudetto, nel basket, vinto da una squadra rosa. I risultati migliori sono il secondo posto del 2022 e la terza piazza, negli anni Settanta, della Libertas di Viviana Corsini e dell’inimitabile Gianfranco Civolani. Si comincia sabato, con la Virtus che gioca in casa. E quel che più conta è che il PalaDozza è esaurito. La Virtus, quella dei maschi, in fondo è abituata a questo tipo di record. Le ragazze, invece, no. Segno di una crescita esponenziale. Segno anche di una politica vincente che ha spinto la società, in questa stagione, a favorire l’ingresso gratuito. Tra qualche mese, ripristinando i prezzi di ingresso, la Virtus incasserà dividendi importanti in materia di fidelizzazione. Una politica, quella degli ingressi gratuiti che fu attivata, nella seconda metà degli anni Settanta dal Gira che, all’epoca, era la terza torre di Bologna. Il risultato? Anche il Gira seppe ritagliarsi uno spazio a Basket City. Quando si copia, e si copia bene, una bella idea, non si sbaglia mai. Ecco perché la Virtus di Giampiero Ticchi merita l’urlo, il calore e la passione di una città intera.