Editoriale

Maltempo e danni, ora serve più prevenzione

Bologna, 4 maggio 2023 – È vero ha piovuto, ma non si è trattato di copiosi temporali e/o nubifragi… era stata data allerta arancio (giusto per tutelarsi), nonostante tutto, città bloccata, strade allagate, via Saffi un lago con acqua che zampillava dall'asfalto, traffico in tilt! Chi deve prevenire tali situazioni di disagio, chi deve fare la manutenzione? Vogliamo anche qui dare la colpa a Roma? Per non parlare delle buche che si sono allargate tipo crateri.

Davide Rocchetta

Risponde Beppe Boni

Il clima ormai da tempo fuori controllo a scadenze più o meno regolari ci riserva tragedie da maltempo distribuite in tutta la penisola, dalla montagna, alla pianura, ai centri urbani. Anche stavolta in Emilia Romagna, soprattutto nelle province di Bologna e Ravenna, oltre 24 ore di pioggia si lasciano alle spalle lutti, disastri, danni e disagi. Pure una città come Bologna subisce una contabilità dovuta all'emergenza con l'esondazione del torrente Ravone, via Saffi soffocata dall'acqua, l'asfalto che ha ceduto con l'aggiunta di allagamenti e famiglie evacuate a San Lazzaro, Pianoro, Monterenzio, Medicina, Molinella e altre località. Senza dubbio di fronte ad un'ondata così massiccia di maltempo spesso è difficile opporre difese efficaci al cento per cento. Eppure questo scenario deve far riflettere sul fatto che la prevenzione messa in campo fino ad oggi non è sufficiente, o non lo è dappertutto. Quindi bisogna voltare pagina e cambiare registro perché effettivamente parte del disastro probabilmente si poteva evitare. La stessa Regione Emilia Romagna ammette che siamo in presenza di “condizioni idrogeologiche particolarmente fragili”. E allora rendiamole solide. Se il torrente Ravone a Bologna è tracimato e se il Sillaro nell'Imolese ha rotto gli argini, se l'asfalto ha ceduto in qualche strada cittadina, se la rete fognaria non dappertutto ha fatto il proprio dovere, significa che ci sono ambiti in cui bisogna intervenire. Finito il coro della solidarietà bipartisan e del bilancio dei danni, l’Emilia Romagna e i Comuni a rischio devono sedersi intorno a un tavolo con tecnici ed esperti e vedere dove si può agire (rapidamente) per mettere nero su bianco una linea di difesa del territorio.

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