Editoriale

Non perdiamo il treno delle infrastrutture

Rischiamo di perdere il treno? Il governo promette di no. E se anche il raddoppio della Orte-Falconara non arriverà in tempo per prendere i fondi del Pnrr (la scadenza è il 2026), “si troveranno altre coperture, perché resta un’opera prioritaria”. Così hanno detto i due viceministri alle infrastrutture e ai trasporti, Bignami e Rixi – in visita nelle Marche –, riassumendo la strategia di Palazzo Chigi. Proviamo a semplificare: se a Roma decideranno di stralciare il progetto di potenziamento della linea a cavallo dell’Appennino (uno dei lotti di lavori) dalla partita del Pnrr perché difficilmente si potrà rispettare la tabella di marcia dettata dall’Ue, il governo attingerà ad altri fondi europei per finanziare l’opera. Al capitolo delle coperture non cambia nulla, per quello dei tempi forse sì. Ora una scadenza c’è, è il 2026, anche se non sarà facile rispettarla; nella seconda ipotesi no.

Poi c’è la partita dell’alta velocità, o del potenziamento della linea Adriatica. "Abbiamo ereditato una situazione con i due bypass di Pesaro e Fano che erano 'toppe'. Vanno dette le cose come stanno. La Regione, invece, ha sempre immaginato una soluzione strutturata e prospettica – ha detto Bignami –. L'arretramento comporta un costo e un impegno maggiori e una tempistica differente, ma una volta realizzata sarà un'opera che scaricherà la costa da tutta una serie di questioni”, a partire dall’impatto ambientale. L’ipotesi è di divedere l’opera in due stralci, da Rimini ad Ancona e da Ancona verso sud. Ora bisognerà trovare tutti i fondi necessari.