Clima pazzo, il Po presenta il conto e l’acqua salmastra risale: ormai è Mar Polesine

Battuti tutti i record storici negativi e in alcuni rami il cuneo salino è già a 27 chilometri dalla costa. Raggiunti con 40 giorni d’anticipo i livelli registrati il 4 giugno 2022, l’anno nero per la crisi idrica.

Siccità, il grafico

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Ferrara, 14 aprile 2023 – Il mare si mangia la costa, avanza lungo il fiume Po. Con il suo carico di sale, quel cuneo che fa tremare gli agricoltori, penetra nella terra bruciando le campagne, giocando d’anticipo, sull’onda di un clima sempre più folle. Il cuneo salino è arrivato ad una ventina di chilometri dalla costa, una risalita che a questi livelli si registra in giugno, nei primi giorni di luglio.

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Numerosi rami del fiume luccicano per il sale arrivato fino a 23-27 chilometri. E’ la risalita delle acque salmastre. Ne sa qualcosa Luciano Chiereghin, i capelli candidi, bue baffoni. E’ di Scardovari (Porto Tolle, Rovigo), paese di pescatori che si affaccia nella sacca. Chiereghin ha una passione, la storia. Ha portato alla luce i fortini della prima guerra mondiale. Ha localizzato quella che dalle parti di Punta della Maestra viene chiamata ‘La nave fantasma’, la Regia Nave San Giorgio. Dice: "Il mare non è come la terra, regala tesori che poi si riprende". Come il fortino della Grande Guerra sulla spiaggia del Bastimento, che il mare si è mangiato di nuovo, è sul fondo, affiora appena. "La linea della costa cambia, cambia continuamente".

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Qualcuno azzarda una definizione, Mar Polesine. Nulla di più vero per gli agricoltori che, l’anno scorso, si sono giocati le colture bruciate dal sale. L’anno scorso il cuneo, in provincia di Ferrara, era arrivato fino a Mesola, Berra, fino alle valli del Mezzano che una volta del resto erano solo una distesa d’acqua. Era luglio, adesso il sale è già a qualche chilometro da lì.

Spiega Stefano Calderoni vicepresidente Anbi (associazione nazionale dei consorzi): "In alcune zone prima di dare il via alle irrigazioni abbiamo dovuto ‘sciacquare’ i terreni, erano impregnati di sale". Il consorzio di bonifica ha realizzato progetti contro il cuneo, che minaccia anche le pinete, quelle di Estensi, di Spina. A Volano, le piante soffrono, c’è chi teme possano abbattersi al suolo da un momento all’altro. "Nel corso dell’inverno si sono ‘salinizzati’ i terreni – spiega ancora –, stiamo cercando di rispondere con apporti d’acqua dolce. In questo momento siamo già ai livelli dell’estate 2022, l’estate della grande siccità. Già questo fa capire quale scenario rischiamo di trovarci davanti se non corriamo ai ripari".

Ai ripari contro l’invasione del mare sta correndo il Veneto. La barriera antisale verrà realizzata sul Po di Pila, progetto che potrebbe andare in parallelo con la creazione di un altro ‘mose’ sul tratto del Po di Volano che attraversa la provincia di Ferrara. Il mare avanza, conquista il terreno che il Po cede di giorno in giorno. A Pontelagoscuro la portata del fiume è scesa a 338,38 metri cubi al secondo. Oltre 100 in meno del minimo storico di aprile e ben al disotto dei 450. Sotto quel limite il fiume è inerme di fronte all’aggressione del cuneo salino. Non solo. Nel siccitosissimo 2022 questi dati vennero registrati il 4 giugno. Tradotto, il fiume vive una condizione di crisi idrica estrema con 40 giorni di anticipo sull’anno scorso. Il Canale Emiliano Romagnolo, a Bondeno, è in preallarme a fronte di un quadro idrico critico di ben due mesi. Amara la sintesi di Alessandro Bratti, segretario dell’autorità distrettuale del Po: "Quel che più preoccupa è che i dati più aggiornati risultano peggiori di quelli registrati nel 2022".

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