Covid Emilia Romagna, "teatri al 75% con mascherina"

L’assessore regionale alla Cultura Felicori chiede di abolire gradatamente il distanziamento e fare test a campione per valutare la situazione

Mauro Felicori, assessore alla Cultura per l’Emilia Romagna

Mauro Felicori, assessore alla Cultura per l’Emilia Romagna

Bologna, 9 settembre 2021Abolire la disposizione che prevede la presenza di pubblico solo al 50 per cento nei teatri e nei cinema, partendo con un 75 per cento che potrà gradatamente salire. La proposta è dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori che sottolinea: "Senza un aumento della capienza, teatri e sale cinematografiche non sopravviveranno.

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Assessore, ci spieghi meglio la sua idea. "Voglio fare una premessa che parte dal fatto che la vaccinazione sta andando bene. Resta uno zoccolo duro che dice no ma è decisamente minoritario. E molte volte si tratta di persone solo pigre: l’altra sera passavo per piazza Nettuno, erano circa le 20,30 e c’era la fila di persone che andava a vaccinarsi nella postazione mobile. Quindi vuole dire che con possibilità flessibili la gente si vaccina: possiamo dire che la tendenza all’immunizzazione è ormai inesorabile. Detto questo, strutture come teatri e cinema si devono preparare alla stagione invernale".

In quale modo? "Considerato il ragionamento sulla vaccinazione fatto prima, io chiedo: visto l’obbligo del Green pass si deve proprio continuare a mantenere il distanziamento in queste strutture? E’ per questo che la proposta che mi sento di avanzare è quella di eliminare l’attuale capienza al 50 per cento e portarla al 75 per cento".

Solo al 75 per cento? "Per iniziare sì. Naturalmente si entra solo esibendo la certificazione di avvenuta vaccinazione e mascherina obbligatoria, tanto ormai le persone si sono abituate a indossarla e quella non credo costituisca un problema. L’importante è aumentare il numero di persone che possono accedere al teatro o al cinema. Poi si possono fare dei test a campione sul pubblico che entra con la percentuale di 75 su 100 e vedere come va. Se non ci sono problemi di contagi, gradatamente, si può aumentare il numero di presenti. Ripeto, in modo graduale. La richiesta viene dal settore cultura nel pieno rispetto delle normative sanitarie ma con la consapevolezza che altrimenti non si sopravvive".

A Bologna quali sono i teatri che rischiano di più se la capienza di pubblico non viene aumentata? "Sicuramente le realtà private, ma molto importanti, come Celebrazioni, Duse, Dehon per le quali la vendita dei biglietti è fondamentale in quanto gli aiuti statali sono pochi o nulli. Ma anche chi ha sovvenzioni pubbliche come il Comunale. l’Arena del Sole e il Testoni avrebbe serie difficoltà con la capienza dimezzata".

Per quanto riguarda i cinema? "La situazione è la stessa. Anche se nei week-end, sto parlando di venerdì, sabato e domenica, possono esserci più persone che vanno nelle sale cinematografiche, il numero di biglietti venduti non compensa la capienza ridotta. La proposta che mi sento di avanzare è la medesima dei teatri: aumento della presenza al 75 per cento, Green pass, mascherina obbligatoria e test. Se tutto va bene, si può aumentare, pian piano, la percentuale di pubblico".

L’amministratore delegato della Virtus, Luca Baraldi, ha detto che con una capienza dei palazzetti al 35 per cento il basket non parte, perché non ci sta dentro con le spese. Cosa ne pensa? "Lo sport non è precisamente il mio settore, ma quello che dice Baraldi, che è una persona di buon senso, è plausibile. Capisco il problema, perché un conto è dare una capienza al 25 per cento negli stadi che hanno decine di migliaia di posti. Un altro è dire: per i palas possono entrare solo 35 tifosi su cento quando queste strutture, al massimo, hanno seimila posti. Comprendo le difficoltà. Anche perché la Virtus sta facendo grossi investimenti ed ha bisogno di rientrare. E lo dico da tifoso opposto, della Fortitudo che, al momento, ha ben poche gioie".

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