Alluvione, Bonaccini e Lepore in pressing sui rimborsi: “Le ordinanze non funzionano”

Un summit in Regione per condividere il pacchetto di richieste da presentare al generale Figliuolo. Ma anche un momento di confronto su quanto fatto e resta ancora da fare sul territorio bolognese

Stefano Bonaccini, Matteo Lepore ma anche amministratori, primi cittadini e la Giunta regionale hanno fatto un punto sul post alluvione in vista dell'incontro con il commissario alla ricostruzione Figliuolo

Stefano Bonaccini, Matteo Lepore ma anche amministratori, primi cittadini e la Giunta regionale hanno fatto un punto sul post alluvione in vista dell'incontro con il commissario alla ricostruzione Figliuolo

Bologna, 19 marzo 2024 – “Servono passi in avanti, servono ordinanze che funzionino. Noi vogliamo collaborare, ma dobbiamo trovare delle procedure che portino velocemente delle risorse sul territorio”. Matteo Lepore è tornato a muoversi in pressing su Francesco Paolo Figliuolo, commissario per la ricostruzione post alluvione, che venerdì vedrà anche i sindaci della provincia. Lepore ha chiesto chiarezza a margine del summit sul Patto per il Clima assieme alla Regione, che si è tenuto oggi a Bologna. Ultimo dei tre incontri dopo Ravenna e Forlì-Cesena la settimana scorsa. Un momento per serrare i ranghi in vista del match col commissario e condividere il pacchetto di richieste da presentare in quell'occasione. Le criticità restano le stesse: le scarsissime domande di rimborso pervenute, l'esclusione al momento dei beni mobili, la mancanza di personale nelle pubbliche amministrazioni per gestire la ricostruzione, compresi fondi Pnrr.

Per quanto riguarda la domande inserite sulla piattaforma Sfinge il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha ricordato che "sono pochissime le richieste di rimborso a fronte di decine di migliaia di persone e imprese che hanno avuto danni". Le domande di rimborso "sono pochissime e questo significa che evidentemente le ordinanze non funzionano", ha sottolineato da parte sua Lepore, rimarcando le "lentezze della burocrazia" che si stanno manifestando a livello nazionale. Alla Città metropolitana di Bologna erano state assegnate 40 persone "ma ne abbiamo trovate meno della metà", precisa Lepore.

"Quasi nessuno – ha rimarcato il sindaco – accetta di venire a lavorare nei nostri enti sapendo che il contratto sarà breve e pescare dalle graduatorie esistenti è di fatto impossibile". Un "problema serio e complicato", ha definito così Bonaccini il nodo del personale. "In tanti Comuni piccoli e medi – ha aggiunto il governatore – manca il personale tecnico e amministrativo adeguato e gli strumenti messi in campo ad oggi per reclutarli non funzionano. Ne sono arrivate poche decine, ne dovevano arrivare 216".

Gli interventi in ambito provinciale

La seduta a Palazzo Malvezzi ha rappresentato un momento di confronto su quanto fatto e resta ancora da fare sul territorio bolognese dove, a causa degli eventi di maggio, si sono registrati 23 punti di criticità sugli argini, 38 punti in cui i corsi d’acqua (tutti hanno superato soglia 3 d’attenzione) sono esondati o tracimati, e 10.835 frane, di cui 6.091 superiori ai 500 metri quadrati di estensione.

Tra somme urgenze, urgenze (fiumi) e programmazione anticipata, il bolognese è interessato da 52 interventi per quasi 93 milioni di euro in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Erogati Cis (Contributo di immediato sostegno, 5mila euro iniziali) per quasi 5,4 milioni.

Il cantiere del ponte della Motta

L’opera più grande di tutti i territori alluvionati interessa il bolognese, ed è il cantiere del ponte della Motta, tra Molinella e Budrio, lungo il fiume Idice. Qui l’intervento di somma urgenza (per 32 milioni di euro) ha uno stato di avanzamento al 90%: è stato ormai completato il ripristino delle sagome degli argini, restano da fare i lavori di impermeabilizzazione. La tranche successiva, da 20 milioni di euro, vedrà interventi di rafforzamento anche sui tratti di argini dell’Idice che avevano retto all’onda d’urto dell’acqua, con una riprofilatura dell’alveo.

I cantieri in fase di avvio

Sono appena partiti, con risorse dell’ordinanza 8, gli interventi di sistemazione dei rii collinari dei bacini dell’Idice e del Sillaro, per un totale di 1 milione 300mila euro; interessano i comuni di Castel San Pietro, Dozza, Imola, Monterenzio, Ozzano e Monghidoro.

A giorni verrà consegnato un altro cantiere, da 200mila euro, sul fiume Reno, per il ripristino di una frana golenale nella sponda sinistra a valle del ponte nuovo di Cento (Ferrara).

Successivamente partiranno altri 4 cantieri: il ripristino delle opere elettromeccaniche dell’Opera Po - Cavo Napoleonico, a Bondeno (Fe), per 250mila euro; il ripristino urgente, nelle Terre del Reno, dei rivestimenti delle prime vasche di dissipazione del Cavo Napoleonico e delle strutture di Opera Reno, per 400mila euro. Poi due interventi, entrambi da 700mila euro e quindi per un totale di 1 milione 400mila euro, di diradamento del verde, taglio e rimozione di piante a terra o in stato precario, a rischio caduta, troncamento, sradicamento. Questi due interventi riguarderanno i bacini dei torrenti a ovest della provincia (Lavino, Olivetta, Reno, Setta, Samoggia e affluenti) e a est (Sillaro, Sellustra, Idice, Savena, Zena, Quaderna, Gaiana e affluenti).

In progettazione

Sono in fase di progettazione altri 17 interventi per un totale di 35,3 milioni di euro. Il più importante, da 20 milioni, riguarda il completamento e il ripristino degli argini dell’Idice nei comuni di Budrio e Molinella.