Cau, tempi di attesa ridotti a un’ora nei Pronto soccorso per casi meno gravi

Primo bilancio dei centri aperti due mesi e mezzo fa in Emilia Romagna. Si sono sfiorati i 40mila accessi e l’84% dei pazienti è stato curato direttamente nella struttura. Tutti i dati

Bologna, 18 gennaio 2024 - Primo bilancio di due mesi e mezzo di Cau (i Centri di assistenza e urgenza, ovvero Pronto soccorso per problemi meno gravi, da codice bianco o verde) in Emilia Romagna: nei 21 Centri monitorati - sui 24 attivi da Piacenza a Rimini - si sono registrati 28.636 accessi dall'1 novembre al 14 gennaio 2024. Considerando anche i Cau di Ferrara (i primi a partire in via sperimentale come ambulatori a bassa complessità) si sfiorano i 40mila accessi.

Un Cau aperto a Bologna: la lista dei sintomi trattati e l'ingresso odi un centro
Un Cau aperto a Bologna: la lista dei sintomi trattati e l'ingresso odi un centro

I tempi di attesa ridotti a un'ora

Ma a parte i dati, la domanda è: i Cau funzionano nell'accorciare i tempi di attesa dei pazienti in Pronto soccorso? Parrebbe di sì: nell'ultima settimana, spiega una nota della Regione, il tempo medio di attesa si è ridotto a un'ora, e l'84% dei pazienti ha trovato assistenza e cura direttamente all'interno della struttura. Soddisfatto l'assessore regionale alla salute Raffaele Donini: questi numeri, dice, sono il "segno che l'attività è partita con il piede giusto e i cittadini stanno comprendendo quando è meglio che si rivolgano al Cau piuttosto che al Pronto soccorso".

I motivi di accesso più frequenti

In oltre metà dei casi (il 54% per l'esattezza) i pazienti si rivolgono al Cau per problemi ortopedici, gastrointestinali e disturbi minori. Inoltre la stragrande maggioranza degli accessi (82%) avviene in orario diurno e per il 69% da parte di persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni.

I nuovi Cau che stanno per aprire

Intanto vanno avanti le aperture: oggi è il turno di Langhirano, in provincia di Parma. Il 22 gennaio toccherà a Ravenna, San Piero in Bagno (Forlì-Cesena) e Santa Sofia (Forlì-Cesena), il 29 gennaio a Novafeltria (Rimini) e a Fanano (Modena).

Dubbi sui Cau pediatrici

Sull'ipotesi di attivare dei centri di assistenza urgenza dedicati ai bambini, i pediatri sono piuttosto dubbiosi. I Cau pediatrici - sostiene Valeria Scialpi, segretaria provinciale della Fimp di Bologna, la Federazione italiana medici pediatri - sono "superflui". A patto di "dare davvero vita alle associazioni di pediatri per incrementare la presenza nei giorni feriali", investendo per questo "nelle Case di comunità". A quel punto, allora, "si potrà discutere a livello regionale e aziendale su progetti di supporto, ma limitati nel tempo e mirati sulle diverse realtà locali".