Cibo, l’Emilia Romagna punta a fare conoscere anche nel mondo i ‘freschi’

Italia solo 15esima nel consumo dell’ortofrutta. “E’ essenziale che i mercati della regione facciano squadra”

Da sinistra: Corsini, Cora, Giunchi, Di Tullio, Marcatili e Indino

Da sinistra: Corsini, Cora, Giunchi, Di Tullio, Marcatili e Indino

Bologna, 1 dicembre 2023 – La Regione Emilia-Romagna si schiera al fianco della Rete Mercati Emilia-Romagna per valorizzare i cibi freschi. È questo il messaggio emerso dall’incontro ‘Il fresco fa bene’ organizzato in Viale Aldo Moro, al quale hanno preso parte tra gli altri gli assessori regionali alle Politiche economiche, Vincenzo Colla, al Turismo, Trasporti, Infrastrutture e Commercio, Andrea Corsini. La giornata, che ha visto come protagonista la Rete Mercati Emilia-Romagna, composta dai Centri Agroalimentari di Bologna, Cesena, Parma, Rimini, oltre alle istituzioni regionali e gli attori della filiera ortofrutticola, si è aperta con un messaggio del presidente Stefano Bonaccini. Il governatore ha sottolineato l’importanza della partecipazione dei Centri alla missione in Giappone, mentre Marco Core, presidente della Rete emiliano-romagnola e del Centro Agroalimentare di Parma (CAL) si è soffermato sul valore delle produzioni emiliano-romagnole e delle filiere locali.

“Non è nella competizione ma nella collaborazione che l’Emilia-Romagna può competere con i territori più avanzati del mondo”, ha ricordato Bonaccini. Gli fa eco l’assessore Corsini, per il quale “l’essenziale è che i mercati regionali si aggreghino e facciano squadra” per far conoscere nel mondo “gli straordinari prodotti dell’Emilia-Romagna. Il ruolo dei mercati, per troppo tempo sottovalutato, va nella direzione della commercializzazione e dell’export dei nostri grandi prodotti Dop e Igp” e delle altre eccellenze della regione.

L’assessore Colla rimarca come “in Europa una persona su tre consumi ortofrutta, ma tra coloro che non assumono questi prodotti di sono soprattutto giovani”. “L’Italia è solo 15esima in questa classifica, nonostante la nostra dieta mediterranea – prosegue - . C’è qualcosa che non va”.

L’obiettivo della Rete è proprio “potenziare i punti di forza che le singole strutture già oggi mostrano – prosegue Core - . Con questo evento abbiamo voluto mettere a tema le potenzialità di sistema, sia sul fronte dell’internazionalizzazione e dell’export, sia per quanto concerne il ruolo sociale dei mercati attraverso la logistica solidale, nella logica dello spreco zero. Il fresco in Emilia-Romagna può fare molto bene, sia sul mercato, sia alla società”.

“L’Emilia -Romagna è terra del cibo e l’agroalimentare italiano è apprezzato e riconosciuto sui mercati internazionali – fa eco Gianni Indino, presidente del Centro Agro Alimentare Riminese - . Perché per l’ortofrutta dovrebbe essere diverso? Vogliamo aumentare gli sforzi per essere sempre più presenti sui mercati internazionali”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alessandro Giunchi, amministratore unico del Mercato Ortofrutticolo di Cesena: “La contrazione dei consumi alimentari e i trend emergenti nelle scelte dei consumatori rendono opportuno aprirsi a nuovi mercati – dice – e cercare anche all’estero potenzialità e occasioni di sviluppo”.

A mettere al centro le sfide strategiche delle piattaforme dell’ortofrutta del territorio regionale è stata Ersilia Di Tullio, responsabile advisory strategico di Nomisma. Dalla sua relazione, è emerso che i centri di Parma, Bologna e Rimini e il Mercato di Cesena svolgono funzioni fondamentali per il territorio nel garantire una distribuzione efficiente e un accesso equo a prodotti ortofrutticoli di qualità, moderandone i prezzi. I mercati, poi, possono avere un ruolo nell’aiutare le famiglie bisognose, tramite le associazioni del terzo settore, come già avviene in maniera informale al Caab.

Sul punto è intervenuto Marco Mercatili, presidente del Centro AgroAlimentare di Bologna. “Non siamo meri centri logistici per lo smistamento dell’ortofrutta – ha sottolineato – ma garanti della food security e della qualità agroalimentare, luogo di connessione tra le filiere internazionali del valore e il territorio con le sue eccellenze”. Al Caab andranno 10 milioni di euro di risorse Pnrr, che “ci aiuteranno ad accelerare i processi di rinnovamento tecnologico e di sostenibilità ambientale già in atto”, ha precisato Mercatili.

“L’esperienza di Italmercati ci insegna quanto il rafforzamento del nostro comparto, che impatta sul Pil per 12,9 miliardi, passi per l’integrazione dei mercati agroalimentari e lo sviluppo di una rete unica – commenta Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati – il progetto dell’Emilia-Romagna, attraverso la proposta di creare una rete del territorio, potrà diventare un caso scuola nel nostro Paese. I Mercati all’ingrosso possono essere delle strutture vicine alla città, infrastrutture sicure, in cui non solo gli attori della filiera ma anche i cittadini potranno ritrovarsi per acquistare prodotti. Il mio auspicio è che anche in Emilia-Romagna i Mercati possano diventare degli hub del food in maniera integrata”.