Confindustria Emilia apre al nucleare: "Non va escluso"

Il presidente Caiumi dal palco di Farete: "Le energie rinnovabili non saranno sufficienti a sostenere il carico dei consumi"

Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia sul palco di Farete

Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia sul palco di Farete

Bologna, 7 settembre 2022 - Le energie rinnovabili, a cominciare da solare ed eolico, "non saranno sufficienti a sostenere il carico dei consumi". Lo afferma Valter Caiumi ("ma lo dice la scienza"), presidente di Confindustria Emilia, aprendo oggi in fiera l'assemblea generale di 'Farete'. Per questo, afferma Caiumi, sarebbe importante pensare "al nucleare di quarta e quinta generazione, su cui alcuni Paesi del mondo stanno già investendo".

Leggi anche I consigli per risparmiare sulla spesa - Il trucco della pasta a fuoco spento

Caiumi spiega: "Non esiste una seria obiezione scientifica" al 'nuovo' nucleare, "molto più sicuro di altre forme di energia, e che garantisce emissioni zero". Preoccupazioni e angosce, sostiene il presidente di Confindustria Emilia, "sono comprensibili, ma non razionali". Caiumi auspica "decisioni che vanno anticipate all'oggi". E, in tema di nucleare, "vorremmo che l'Italia avesse un ruolo forte all'interno del dibattito europeo".

Questo nuovo tipo di nucleare, sostiene, è "molto più sicuro di altre forme di energia e che garantisce emissioni zero. Non esiste una seria obiezione scientifica al nucleare- aggiunge il presidente di Confindustria Emilia- ci sono preoccupazioni, angosce comprensibili ma non razionali. Nei prossimi anni avremo un incremento di consumi energetici, quindi le decisioni vanno anticipate ad oggi".

Per questo, esorta Caiumi, "invitiamo gli esperti a non escludere anche questa via e vorremmo che l'Italia avesse un ruolo forte all'interno del dibattito europeo". Sul breve-medio periodo, invece, il numero uno degli industriali emiliani ribadisce la sua posizione a favore sia del 'price cap' europeo sia del progetto del rigassificatore a Ravenna. "Il costo dell'energia è quello che ci mette più in difficoltà- conferma Caiumi- perché siamo un territorio manifatturiero con export e quindi ci confrontiamo con Paesi nel mondo che hanno costi dell'energia imparagonabili rispetto al nostro. Questo è un handicap che ci portiamo dietro".