Falso Parmigiano Reggiano pubblicizzato alla Fiera di Colonia: interviene il Consorzio

Il pannello pubblicitario con la scritta "Parmesan", utilizzato da una ditta Usa, è stato oscurato su disposizione del tribunale di Colonia

Parmigiano reggiano, foto generica

Parmigiano reggiano, foto generica

Reggio Emilia, 13 ottobre 2023 - Hanno partecipato a una delle più importanti fiere al mondo per il settore agroalimentare, organizzata a Colonia, presentandosi con un pannello pubblicitario con la foto di una confezione di formaggio grattugiato e la scritta proibita 'Parmesan'. L'azzardo di una ditta americana non è sfuggito al Consorzio italiano di tutela Parmigiano Reggiano che ha subito chiesto e ottenuto l'intervento delle autorità tedesche.

Il tutto è accaduto nei giorni della fiera Anuga, durante la quale una ditta americana ha pensato di poter pubblicizzare un fake parmesan, pratica assolutamente illegale in Europea, dove il falso parmigiano non può essere né pubblicizzato né commercializzato. A seguito della denuncia del Consorzio le autorità tedesche hanno intimato all'azienda americana di oscurare il termine 'Parmesan' presente nel totem pubblicitario. La ditta Usa ha però fatto finta di nulla, motivo per cui il Consorzio ha presentato un ricorso cautelare 'inaudita altera parte' al Tribunale di Colonia che "in tempi molto rapidi ha emesso un provvedimento di inibitoria, con il divieto per l'operatore di pubblicizzare in Germania formaggio con la denominazione 'Parmesan', ordinandogli di consegnare a un ufficiale giudiziario tutti i prodotti e i materiali in suo possesso in violazione dell'inibitoria".

Nel febbraio 2008 la Corte di giustizia dell'Unione europea sancì che il termine 'parmesan' non è generico, ma rappresenta un'evocazione della denominazione 'Parmigiano Reggiano' e non può essere utilizzato per formaggi non conformi al disciplinare della Dop italiana. "La tempestività dell'intervento delle autorità tedesche a seguito della nostra denuncia si lega al fatto che, dopo anni di contenziosi, abbiamo ottenuto dall'Unione europea una legislazione che non lascia dubbi in materia di tutela, prevedendo, tra l'altro, anche l'obbligo di tutela delle Dop 'ex officio' in tutti gli stati membri della Ue, con una responsabilità diretta degli stessi in materia di vigilanza - spiega il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli -. Il provvedimento del Tribunale di Colonia, poi, come già avvenuto in passato con altre decisioni, è in linea con i principi stabiliti dalla Corte di giustizia".

"In Europa il nostro sistema di repressione ha quei livelli di efficacia che ancora non sono possibili in tutto il mondo. Fuori dall'Unione si registra ancora un utilizzo ingannevole di richiami alla nostra denominazione, con evidenti ripercussioni negative sui consumatori locali e sulle nostre possibili esportazioni. Questo ulteriore caso di attacco nel territorio europeo dimostra che è giunto il momento di un salto di qualità del sistema fieristico comunitario. Servono regole comuni tra gli enti fieristici per assicurare che le nostre fiere siano 'fake free' evitando così inutili e costosi interventi dei consorzi e dei tribunali", conclude Bertinelli.