MARINA VERDENELLI
Emilia Romagna

Il grande stupore degli eredi : "Prima l’onta, poi il dolore. Onore a papà distrutto dallo Stato"

Ancona, Aldo Davanzali era a capo della compagnia quando l’aereo precipitò il 27 giugno 1980. La figlia Luisa sentita come testimone: "Segnati per sempre dalla tragedia, per noi nessun sequestro".

Il grande stupore degli eredi : "Prima l’onta, poi il dolore. Onore a papà distrutto dallo Stato"

Il grande stupore degli eredi : "Prima l’onta, poi il dolore. Onore a papà distrutto dallo Stato"

Un dolore che non finisce mai per la famiglia Davanzali. Prima ha dovuto subire la vergogna che il Dc-9 della compagnia aerea Itavia di Aldo Davanzali, avvocato sirolese proprietario e presidente della società, aveva subito un cedimento strutturale e per questo si era inabissato nelle acque di Ustica, in Sicilia, il 27 giugno del 1980, portando il peso degli 81 morti che erano a bordo. Poi la sospensione dei voli e il tracollo inesorabile della prima compagnia che aveva sfidato il monopolio Alitalia. Un patrimonio svanito e una famiglia ridotta quasi sul lastrico. Adesso lo scandalo che due ex amministratori di Aerolinee Itavia Spa avrebbero azzerato il patrimonio aziendale residuo di parte dei risarcimenti ottenuti dai ministeri per la strage con operazioni di finanziamento in favore di società a loro riconducibili per coprire parte dei debiti che avevano contratto per scalare la Spa.

Luisa Davanzali è "dispiaciuta di questo altro capitolo" perché tutto quel denaro lei non lo ha mai visto e oggi lei e la figlia vivono con pochi risparmi ottenuti per lo più dalla vendita delle azioni. Su questa ulteriore onta che adesso investe Itavia la sua famiglia si taglia fuori. "Sono stata interpellata di recente perché Itavia era legata alla nostra famiglia ma senza scendere nei particolari di chi mi ha chiamato per chiedere informazioni posso solo dire che noi non c’entriamo nulla con l’indagine di Milano e questa grossa cifra sequestrata, anzi mi sembra quasi impossibile questa vicenda, tutti quei soldi non sono mai arrivati perché nella cifra dei 330 milioni di euro di cui il ministero è stato condannato a pagare prima sono stati liquidati chi doveva essere liquidato e nelle tasche della società il denaro non mi risulta sia arrivato. Mi sembra quasi una bufala". Luisa è la figlia maggiore dell’avvocato Aldo, una battagliera senza pari per le ingiustizie subite negli anni dalla sua famiglia. Il padre è morto nel 2005 e lei è erede diretta. Negli anni ha più volte manifestato il dolore per quanto patito da tutti i Davanzali. Anche quando venne fuori che il Dc-9 non era precipitato per un danno strutturale ma abbattuto da un missile francese.

"È giunto il momento di chiedere scusa - aveva detto allora - alle 81 vittime della tragedia, ai 12 bambini soprattutto e poi alla memoria e al rispetto di mio padre distrutto dallo Stato". Per loro "ogni anno è uno stillicidio, la parola Ustica rinnova ricordi e sofferenze".

Ustica è stata per la famiglia Davanzali "un atto di guerra in tempi di pace". Per un periodo hanno anche cavalcato il sogno di riprendere a volare, contribuendo a fondare una nuova compagnia aerea made in Marche, Kairos Air, ma avevano gli slot bloccati. "Itavia forse ancora oggi poteva essere attiva come compagnia - dice Davanzali - e fiorente". La falsa pista del guasto aereo provocò il fallimento di Itavia e una battaglia giudiziaria durata decenni che si è conclusa restituendo solo di recente onore e ragione alla famiglia Davanzali. Con il maxi risarcimento di 330 milioni di euro dei ministeri della Difesa e dei Trasporti. Una cifra confermata prima in Appello e poi in Cassazione. Luisa Davanzali e altri soci hanno venduto le quote in concomitanza del commissariamento della compagnia ‹non abbiamo avuto molto soldi - dice Davanzali -noi come gli altri per questo mi sembrano eccessive le somme indicate". La gestione, come fa notare Davanzali è passata ai commissari "persone dello Stato, ha avuto una procedura commissariale, era in amministrazione straordinaria. Non è andata in fallimento. hanno scelto dei commissari che hanno liquidato chi dovevano".

Davanzali è stata sentita solo come persona informata dei fatti e non rientra in nessuna indagine. "Avrei potuto anche non rispondere - aggiunge - non ero obbligata ma ho detto quello che sapevo fino a quando c’è stata la mia famiglia. Noi non abbiamo subito nessun sequestro, dopo quello che abbiamo passato se ci provano mi trovano con un bazooka. Con pochi soldi la compagnia poteva essere messa anche nelle condizioni di tornare a volare".