Coronavirus Fano, sanitari contagiati. Diagnosi in ritardo

La stangata sul Santa Croce, con 15 medici e operatori positivi. Patriti: "Ma non erano in reparto ormai da giorni"

L’ospedale Santa Croce di Fano, al centro del caso contagi (Fotoprint d'archivio)

L’ospedale Santa Croce di Fano, al centro del caso contagi (Fotoprint d'archivio)

Fano (Pesaro e Urbino), 18 marzo 2020 - Sta bene il dottor Marco Guidi, primario di Neurologia dell’ospedale Marche Nord, in isolamento dopo essere risultato positivo al Coronavirus insieme a cinque membri del suo staff a una settimana dall’esame del tampone. Accusa qualche linea di febbre e sta affrontando la malattia a casa, per ora senza seguire particolari terapie. Così come sono in buone condizioni i membri dell’equipe di Chirurgia, tre medici e sette tra infermieri e oss, ugualmente colpiti dal virus cinese. "Colleghi e operatori risultati positivi non sono presenti in reparto ormai da diversi giorni – precisa il primario Alberto Patriti –. Inoltre, i contagi in Chirurgia non stanno influendo nell’andamento dell’attività, che è garantita e sta andando avanti".

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Ma c’è il sospetto che i contatti con i sanitari contagiati siano stati numerosi a Fano, mentre continuano ad essere necessari giorni per avere i risultati dei test. Li stanno aspettano anche diversi operatori della Geriatria-Lungodegenza, e alcuni della Nefrologia. Si presume che il ritardo sia legato alla mole di richieste che ha travolto la Virologia dell’ospedale di Torrette: probabilmente dal laboratorio è stata fatta la scelta di analizzare prima i campioni dei pazienti per poi passare a quelli dei sanitari asintomatici, come quelli di Marche Nord. "Purtroppo – spiega Angelo Aucello della Uil Fpl – questi ritardi hanno creato anche casi-limite di operatori posti in quarantena, che sono stati richiamati perché non avevano sintomi e sono risultati positivi quando erano già in corsia, mettendo a rischio la sicurezza dei colleghi e dei pazienti". Per il momento non è dato sapere quanti siano i sanitari infetti dell’ospedale, ma per qualcuno era inevitabile che questo accadesse: all’inizio dell’epidemia le indicazioni operative che si sono susseguite per accorpare i reparti prima, e poi per trasferirli da Fano a Pesaro e viceversa, seguendo l’incalzare del contagio e senza alcuna previsione di natura epidemiologica, hanno reso molto ardua la separazione tra percorsi, e dipendenti, "puliti" e "sporchi".

Ora si cerca di correre ai ripari anche realizzando un laboratorio, che dovrebbe sorgere a Pesaro, per organizzare prelievi e analisi virologiche sui tamponi Covid19 di tutto il personale ospedaliero. La buona notizia è che il fornitore dei tamponi, la multinazionale Roche, in tre-quattro giorni sarebbe in grado di fare la prima consegna. Il provvedimento rientra nelle disposizioni del decreto ministeriale dello scorso 8 marzo, che autorizza le regioni ad organizzare laboratori satelliti per avviare uno screening sua larga scala: non solo sui sanitari che lavorano in ospedali e ambulatori, ma anche sulla platea delle persone in quarantena, con o senza sintomi, abbandonati a loro stessi senza sapere come curarsi ma potenziali fonti di contagio per i propri familiari nonostante le restrizioni.

Si.spa.