Così Colli al Metauro si inginocchia al poeta e drammaturgo Mario Luzi

L’amministrazione comunale al lavoro per un grande evento celebrativo il prossimo febbraio

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A 30 anni dal conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Monte Maggiore al Metauro (dal 2017 confluito in Colli al Metauro, ndr) al compianto poeta, drammaturgo e accademico Mario Luzi, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Briganti si è messa al lavoro per un grande evento celebrativo da tenersi il prossimo febbraio, che culminerà in un pubblicazione tutta dedicata a Luzi.

"Per la nostra comunità – evidenzia l’assessore alla cultura di Colli al Metauro, Francesco Tadei - é un enorme motivo di orgoglio avere come concittadino onorario un uomo di così elevata caratura etica e morale, oltre che grande poeta. Da diversi anni esiste sul nostro territorio l’associazione centro studi ‘Mario Luzi’ per la poesia e le arti contemporanee, orgogliosamente presieduta dalla professoressa Katia Migliori, allieva del Maestro. E proprio insieme alla Migliori stiamo lavorando per la realizzazione di un importante evento da tenersi nel prossimo mese di febbraio (ricorrenza della morte del poeta, spentosi a Firenze il 28 febbraio 2005). Quando una raccolta di documenti, libri, fotografie, insieme alle ricerche e alle memorie della dottoressa Migliori porterà alla stampa di una pubblicazione che racchiuderà la storia di Mario Luzi e il suo profondo legame con il nostro territorio, dove nacque il suo nonno paterno". Mario Luzi è nato a Castello (Firenze) il 20 ottobre 1914 da Ciro e Margherita Papini. Dopo gli studi universitari iniziò la carriera d’insegnante e la produzione letteraria che lo portò ad essere uno degli autori di punta del periodo, tanto che venne scelto come professore di letteratura francese all’Università di Firenze nel 1955. Alla fine degli anni ’60 fu chiamato all’ateneo di Urbino da Carlo Bo, per poi fare ritorno a Firenze qualche anno dopo. Nell’ottobre 2004 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo nominò senatore a vita. Il successivo 28 febbraio, a 90 anni, morì.

Sandro Franceschetti