"Dammi l’ergastolo ma lasciami il reddito di cittadinanza"

Migration

In ginocchio davanti al giudice per pregarlo di non fargli revocare il reddito di cittadinanza. Non è il copione di una sceneggiata alla Totò, ma quello che è successo ieri mattina in Tribunale a Pesaro. Il genuflesso è un 57enne disoccupato, originario di Napoli, ma residente a Fano da decenni. Dieci giorni fa è stato denunciato dalla compagna per maltrattamenti e il 25 aprile gli è stato notificato il divieto di avvicinamento alla donna. Ieri, il 57enne è stato ascoltato in interrogatorio di garanzia dal gip Francesco Messina. Ma, come ha aperto bocca, ha esordito dicendo che lui è un meridionale e che, per colpa delle sue origini, è vittima di pregiudizi.

Il giudice lo ha stoppato subito replicando che lui stesso ha radici del Sud e che questo non c’entrava nulla con i fatti che gli venivano contestati. L’indagato allora si è infervorato. "Mi dia pure l’ergastolo, non me ne frega niente" avrebbe chiosato sprezzante. E continuava a commentare nonostante l’invito del giudice a rispondere sul merito degli addebiti. Sul tavolo, c’era infatti la denuncia della ex che raccontava di 40 anni di maltrattamenti, in un’occasione anche di percosse. All’ennesimo episodio, di 10 giorni fa, la donna ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine. Il 57enne ha negato le accuse e tentato di giustificarsi dicendo che si è sempre trattato di normali liti di coppia, che la sua convivente ha la pelle delicata e le vengono subito i lividi. Poi ha aggiunto di amarla ancora a distanza di 40 anni. Fatto sta che è stato colpito dal divieto di avvicinarsi alla sua vittima. E ieri, quando gli è stato detto che quella misura gli ha comportato la revoca del reddito di cittadinanza, ha cambiato atteggiamento in un amen. Si è buttato in ginocchio ai piedi del giudice e ha cominciato a supplicarlo. Invano. Divieto confermato, reddito di cittadinanza revocato.

e. ros.