Fano, si demolisce Santa Maria Nuova

Da lunedì addio a una parte del convento che farà spazio a 9 appartamenti

Il convento di Santa Maria Nuova

Il convento di Santa Maria Nuova

Fano, 10 agosto 2019 - Ieri il rilascio del permesso di costruire, da lunedì le demolizioni: il convento di Santa Maria Nuova farà spazio a 9 appartamenti e 2 locali per il direzionale e commerciale, mentre ai Frati Minori della Provincia Picena di San Giacomo della Marca rimarrà, ristrutturata, solo la parte più antica dell’edificio, adiacente alla Chiesa. Per consentire l’abbattimento della parte moderna del convento, quella che si affaccia su via da Serravalle, sarà necessario chiudere la strada al traffico automobilistico e ai pedoni per almeno due giorni: lunedì 12 e martedì 13 agosto, dalle 7.30 alle 18. Residenti e commercianti sono già stati avvisati dall’impresa e comunque nei due giorni interessati dalla chiusura sarà presente la Protezione civile. Nonostante la ristrutturazione, la Chiesa che è di proprietà del Comune, proseguirà le sue attività religiose, senza cambiamenti.

I frati, infatti, continueranno a garantirne la custodia e vigilanza per la quale percepiscono dal Comune circa 1.600 euro all’anno. A loro carico rimarranno tutte le utenze, dall’impianto elettrico a quello d’allarme, previsto a protezione delle opere d’arte presenti nella chiesa tra cui la pala del Perugino e la predella con le Storie della Vergine. Utenze che, ovviamente, sono state separate dal convento nel quale si è già insediata l’impresa di costruzione. Anche per padre Giancarlo Mandolini, a cui è affidata la custodia della Chiesa, è stata trovata un’ottima soluzione logistica: la sua abitazione è infatti in via Alavolini, a pochi passi da Santa Maria Nuova.

Di tutti questi aspetti si è parlato nell’incontro di giovedì mattina in Comune tra i dirigenti dei settori Urbanistica, Lavori pubblici, Cultura, il superiore dei Frati Minori padre Ferdinando Campana e la società (formata da Petrucci, Lungarini e Aiudi) che ha acquistato l’immobile. In quell’occasione è stato affrontato anche il tema del prossimo adeguamento degli impianti a servizio della Chiesa: il riscaldamento che è ancora alimentato a gasolio e l’impianto di climatizzazione e deumidificazione, attualmente assente e che sarebbe da realizzare come richiesto dalla normative, a tutela delle opere d’arte. Se ne riparlerà a settembre in un incontro tra i frati e l’amministrazione comunale. Trasferiti, invece, in un’altra proprietà dei Frati minori gli arredi (mobili e quadri) del vecchio convento nel quale, comunque, non c’erano pezzi di valore. «I mobili più antichi – fanno sapere i Frati – erano del 1920».