Fano, nascondevano la droga nel Teatro della Fortuna. Cinque arresti

Sgominata banda di albanesi. Complice un 45enne fanese, tecnico di palcoscenico

Droga nascosta nel Teatro della Fortuna, operazione dei carabinieri a Fano (Fotoprint)

Droga nascosta nel Teatro della Fortuna, operazione dei carabinieri a Fano (Fotoprint)

Fano (Pesaro e Urbino) 6 agosto 2020 - Dopo quattro giorni dall'arresto della giovane coppia che imboscava etti di cocaina in un campo di girasoli (un albanese di 25 anni e la sua fidanzata fanese di 22), la compagnia dei Carabinieri di Fano ha completato un'importante operazione antidroga arrestando l'intera banda di albanesi che al momento riforniva di cocaina tutta Fano e dintorni.

"Lo spaccio è una pandemia che esiste da sempre e non s'arresterà, ma per il momento gli abbiamo dato un importante segnale di stop" ha commentato il colonnello del Comando provinciale Luciano Ricciardi. A finire in manette  al termine di una complessa attività investigativa sono stati altri quattro albanesi e un 45enne di Fano, tecnico di palcoscenico, definito il custode della droga perché la nascondeva in un luogo impensabile: il Teatro della Fortuna di Fano, il tempio della cultura cittadina.

E' per questo che nell'ordinanza il gip Francesco Messina ha tenuto a sottolineare che la condotta del dipendente del Teatro  era "particolarmente grave" perché attuata da "un soggetto che opera all'interno di una struttura culturale e che quindi dovrebbe mantenersi lontanissimo da frequentazioni assolutamente inquietanti come quelle con gli indagati".  Le indagini dei Carabinieri sono partite ad inizio anno dopo il recupero di alcune dosi di cocaina che i militari della stazione di Terre Roveresche hanno trovato addosso ad un consumatore di San Giorgio di Pesaro. Lui ,per difendersi dall'accusa di spaccio, aveva snocciolato un sacco di informazioni sulla provenienza di quella droga. E così si sono accesi i riflettori su una figura di spicco del traffico di cocaina (ma anche hashish e marijuana) nella città della Fortuna: a capo della banda organizzata (che sempre per il gip è "un gruppo criminale" di cui evidenzia "l'assoluta pericolosità tese a incentivare il consumo illecito delle sostanze stupefacenti, con conseguente allarme sociale per tutti gli altri fenomeni notoriamente indotti dalla necessità di reperire denaro per l'acquisto della droga") c'è B.B detto Bull sessantenne di origini albanesi da 20 anni in Italia, incensurato, ora recluso a Villa Fastiggi assieme al tecnico del Teatro (A.T) e ai nipoti H.V trentenne operaio saltuario che abita a Matelica nel maceratese, A.B. 21enne che era già agli arresti domiciliari in provincia di Pisa perché precedentemente arrestato (alla fine di aprile, mentre rientrava a Fano con un carico di droga dalla Romagna) nel corso delle indagini.  Le indagini dei Carabinieri hanno potuto appurare che Bull si riforniva di cocaina ed hashish all'ingrosso principalmente per mezzo del nipote H.V (il grossista) con il quale concordava le quantità e il prezzo della droga, che poi cedeva a dei piccoli pusher, acquirenti fidati. Le consegne, così come le trasferte per recuperare le partite di droga, erano affidati al nipote A.B che si spostava a bordo di una vecchia Punto Rossa.

Una volta arrivata in città, la droga veniva affidata ad A.T che la nasconderla in un armadio  dell'ingresso del teatro. Da lì poi la spacciava, appena uscito della porta, agli acquirenti che l'attendevano in piazza Andrea Costa. Tesoriere del sodalizio criminale, invece, era S.G. che oltre ad avere una vita apparentemente irreprensibile era anche sconosciuto alle cronache giudiziarie. In casa sua al momento della perquisizione, i carabinieri hanno trovato 8mila euro in contanti, riconducibili a Bull.