Una retrocessione più voluta che capitata

Il capitano Urbinati accusa la società per la retrocessione del Fano, sottolineando il mancato impegno e l'assenza di responsabilità. Pantaleoni si dimette.

Si è dovuto aspettare la fine di questa disgraziata stagione per avere la conferma dalla viva voce dei giocatori, i diretti protagonisti cioè, su chi è il maggiore responsabile di questa retrocessione. Le parole del capitano Gianluca Urbinati non lasciano spazi a dubbi: a retrocedere non sono stati i giocatori, ma la società granata che non è mai stata all’altezza, col risultato che "la nave Alma" – guarda caso è la stessa similitudine che Urbinati ha ripreso dal presidente Salvatore Guida – più che arrivare in porto è naufragata in una dolorosa retrocessione. Retrocessione che appare più voluta che capitata. Un evento nefasto che, ad ascoltare bene le parole ancora di capitan Urbinati, si sarebbe, forse, potuta evitare se tutti si fossero comportati correttamente, ciascuno per il ruolo che gli compete. Perché se i giocatori ci hanno messo sempre non solo la faccia, ma anche la gamba – gli infortuni di Tomassini e Kalombo sono prezzi pesanti da pagare – significa che loro, i giocatori, il proprio dovere lo hanno compiuto. Puntualmente e nei termini previsti. Chi invece ha mancato di onorare i propri impegni, finanziari e non, vuol dire che "l’anima per questo Fano non ce l’ha messa". Anche Franco Pantaleoni si è dimesso.