Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, l’addio di Tombari

Il presidente lascia dopo 15 anni. "Potere? Mai avuto". Arriva Gragnola

Fabio Tombari

Fabio Tombari

Fano, 26 aprile 2019 - Domenica c’è l’assemblea dei soci della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. E’ l’ultimo atto formale, il saluto urbi et orbi, di Fabio Tombari che era stato eletto l’11 maggio del 2004. Fra 17 giorni e cioè il 13 maggio il consiglio generale eleggerà il nuovo presidente.

Tombari, il nome di Giorgio Gragnola come suo successore è ormai scritto sulla pietra. O no?

«Gragnola è una persona seria e stimata...».

Ad un certo punto di parlava di una anti-cordata legata al vescovo Trasarti. Lei cosa dice?

«Non ci sono motivi di contrasto con il vescovo. Qui dentro siamo tutti credenti e praticanti e non c’è alcuna ostitilità».

Comunque Gragnola è il dopo Tombari o no?

«Potrebbero emergere anche altri nomi. Vediamo...».

Tombari che fa dopo il 13 maggio?

«Torno a fare il socio e cioè quello che ero prima».

L’ebrezza del potere per 15 anni: che effetto fa?

«Guardi l’unica cosa che non ho avuto mai, è stato il potere. Anzi, mi sono spesso trovato al centro di attacchi e contestazioni. Mi hanno dato anche dell’immobiliarista».

Ancora?

«No, devo dire che molti si stanno ricredendo su quello che è stato l’operato della Fondazione. Non tutti, ma molti sì. Quando sono arrivato le erogazioni erano a pioggia, noi invece le abbiamo finalizzate su obiettivi. E il cambio di sistema non è piaciuto a tutti».

Qual è l’eredità che lascia?

«Lascio una Fondazione che ha 116 milioni di patrimonio liquido ed altri 30 milioni di beni immobiliari».

Le chiese...

«No, due asili, palazzo Borgogelli che stiamo aspettando solo il rogito. Palazzo San Michele che è la sede dell’università. Istituzione sulla quale abbiamo investito molto, dove si fa ricerca e che sta dando frutti perché penso che senza ricerca non ci sia università. Scelta indovinata».

I conti come vanno?

«Diciamo che siamo stiamo recuperando perché si viaggia sull’andamento delle borse: negli ultimi tre mesi con la Borsa che sta risalendo, siamo tornati in attivo. Comunque tra qualcosa che è andata bene ed altre invece no, i conti non sono in passivo».

Erogazioni per 750mila euro...

«E con il tempo saranno sempre meno. Il compito delle Fondazioni sarà quello di portare avanti progetti propri».

Cosa trova Gragnola nel testimone che gli arriva da Tombari?

«Ci sono da fare i compiti a casa. Portare avanti i progetti che abbiamo in corso: la piscina che sarà terminata nella primavera del 2021. Quindi palazzo Borgogelli che diventerà il palazzo della cultura. Ma ci vorranno anni e due milioni di investimenti. Comunque lasciamo un edificio di 2mila metri quadrati, intatto degli arredi, come era nel 1700».

Se tornasse indietro cosa non rifarebbe?

«La risposta è facile e risaputa. Abbiamo attraversato la più lunga e dura crisi della storia. Siamo stati tutti sciocchi e stupidi? Tutti, chi più e chi meno, hanno sofferto. Per fortuna noi abbiamo pagato meno degli altri, anche se questa non è una consolazione. Comunque eravamo, prima della crisi, la settima fondazione della regione per patrimonializzazione, e adesso siamo la seconda dopo Ascoli. Ma il mal comune non è una consolazione...».

Quindici anni in sella...

«Non è un record perché c’è chi c’è stato più di me».

La cosa che più l’ha disturbata?

«L’essere bollato come un immobiliarista».

La mission di Gragnola... o chi per lui?

«Mantenere la fondazione autonoma e indipendente».

Domenica...

«Non c’è nulla da votare. Terrò una relazione anche perché sarà il mio ultimo atto come presidente».