Green pass ai tavoli, cresce la preoccupazione

Ristoratori in allarme: "Il problema è la sostituzione del personale non vaccinato che però non si può licenziare". E c’è chi lamenta il calo di clienti

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di Anna Marchetti

Dal 15 ottobre green pass obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, pubblici e privati. A rappresentare la preoccupazione dei ristoratori è Gabriele Orazi del ristorante Mr. Oricasa Orazi.

"Il problema – sottolinea – è la sostituzione del personale eventualmente non vaccinato che, però, non si può licenziare. Oltre alla difficoltà di trovare nuovi camerieri da inserire nello staff c’è anche da capire come comportarsi con chi è sospeso".

"Da me il problema – fa presente Carlotta De Sanctis del ristorante La Mandria – non sono i collaboratori (tutti vaccinati), bensì il timore di una riduzione della clientela venendo meno, a causa del freddo, gli spazi all’aperto".

Ne sa qualcosa Massimo Dionigi de Il Cuciniere che ha riaperto, dopo la pausa estiva, il primo settembre.

"Ogni sera, a causa del green pass – commenta – perdo una decina di clienti su un totale di 30 posti".

Aggiunge Dionigi: "Non consentire l’ingresso ad un potenziale cliente non è mai piacevole e per questo già al telefono, al momento delle prenotazioni, facciamo un primo screening".

E così capita che i ristoratori si trovino nelle condizioni di rifiutare tavoli da 4 o 6 persone perché uno dei clienti non ha il green pass.

"Ovviamente – insiste Dionigi – gli altri non è che lasciano a casa quello senza la certificazione verde, semmai rinunciano alla cena".

Con l’arrivo del freddo teme un calo del lavoro anche Maurizio Calderigi del ristorante La Perla: "Quest’estate è andata bene anche se, a causa delle norme su distanziamento, la capienza del locale era ridotta.

Però i clienti sono stati soddisfatti e in tanti sono tornati, gruppi compresi.

Adesso che arriva il freddo che succederà?".

Calderigi avrebbe pensato alla possibilità di "creare una postazione per il tampone rapido" ma non sa se sia possibile farlo e quanto gli verrebbe a costare. Altra soluzione, secondo Calderigi, è che qualcuni pensi ad "istituire un camper per i tamponi che gira per la città".

Per evitare rallentamenti nel controllo del green pass, a La Mandria da questo fine settimana anche i camerieri potranno effettuare i controlli delle certificazioni verdi: "Tutto basato sulla fiducia – fa notare De Sanctis – perché noi ristoratori possiamo controllare la validità del green pass, ma non possiamo chiedere i documenti d’identità ai clienti".

"Non è corretto – insiste Dionigi del Cuciniere – che facciano fare i controlli a noi ristoratori, non è un nostro compito e non sono giuste neppure le eventuali sanzioni.

Se una persona viene scoperta senza green pass su un treno per Milano, non sanzionano Trenitalia ma solo il viaggiatore, nei ristoranti invece le multe sono per clienti e ristoratori".

"Noi riapriamo sabato – commenta Stefano Mirisola del ristorante Idea.le – ma ormai la gente mi sembra preparata: già al momento della prenotazione sa se vuole mangiare all’interno o all’esterno dove, ancora, si sta bene.

E soprattutto non c’è nessuno che faccia storie. D’altra parte più si andrà avanti con la vaccinazione, più torneremo alla normalità anche se le mascherine ce le porteremo dietro ancora per un po’ di tempo".