I neri vanno verso il futuro con il ritmo dei “Sons of Kemet“

Per Fano Jazz by the Sea in concerto il carismatico sassofonista-scrittore-filosofo Shabaka Hutchings

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di Claudio Salvi

Dopo l’applaudito concerto di ieri sera con Noa, secondo appuntamento di punta del cartellone di Fano Jazz by the Sea, questa sera sul palco della Rocca Malatestiana (ore 21.15), sono attesi i Sons of Kemet il quartetto inglese guidato dal carismatico sassofonista Shabaka Hutchings che rientra nell’ambito del tour europeo dopo il quale cesserà la propria attività, come annunciato nei giorni scorsi dal management del gruppo.

Accanto al leader ci saranno Theon Cross alla tuba e ben due batteristi, Jas Kayser e Edward Wakili-Hick (biglietti posto unico: intero 25 euro, ridotto 23 euro). Un artista eclettico, Shabaka Hutchings, non solo musicista ma anche scrittore, filosofo e da qualche anno guida della scena jazzistica britannica. La sua è una musica che ne condensa molte altre: dal jazz, all’hip hop all’elettronica. Una musica che ha comunque una radice spirituale. E’ lo stesso sassofonista a spiegarlo. "Per me – dice – la spiritualità è un viaggio, qualcosa che riguarda la comprensione di noi stessi e, ovviamente, della musica che è parte di uno schema più grande. La spiritualità è una maniera attraverso la quale comprendere la propria vita. Ti fa capire il ruolo della musica che, alla fine, diventa uno strumento in grado di curare te stesso, uno strumento di comprensione. E anche un modo di essere. Ogni artista dovrebbe curare la sua dimensione spirituale".

A Fano Hutchings proporrà l’album Black To The Future, quarto album dei Sons of Kemet (e secondo per la Impulse!), che vede la band attorniata da ospiti quali il sassofonista Steve Williamson, il cantante di Chicago Angel Bat Dawid, la poetessa americana Moor Mother, l’MC grime D Double E, l’artista e rapper Kojey Radical e tanti altri ancora. Black To The Future inizia e finisce con potenti dichiarazioni liriche e musicali di rabbia e frustrazione, espresse sulla scia della morte di George Floyd e delle successive proteste del Black Lives Matter. "Black To The Future è un poema sonoro di invocazione del potere, del ricordo e della guarigione. Raffigura un movimento, quello della ridefinizione e riaffermazione di cosa significa lottare per il black power" ha avuto occasione di dire lo stesso Shabaka, già collaboratore di Sun Ra Arkestra, Mulatu Astatke, Louis Moholo, Heliocentrics, Floating Points. Insomma: della grande musica nera! Shabaka dice di ispirarsi anche ad Ada Eastman.