"Le mucche sono assetate"

Il sindaco di Frontone è pronto a chiedere lo stato d’emergenza

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Sui pascoli del monte Catria i conti sono presto fatti: ci sono in alpeggio 400 capi di bestiame che in queste giornate calde bevono 80 o 90 litri d’acqua ciascuna. E l’acqua scarseggia, ridotta a un rigagnolo che non basta a colmare le loro esigenze. "Se la situazione non cambia saremo costretti a chiedere lo stato di calamità – spiega il sindaco di Frontone Daniele Tagnani –, la situazione è davvero insostenibile e mai come quest’anno la siccità ha colpito il comprensorio del Catria. Solitamente negli scorsi anni questa situazione si presentava verso la fine di agosto e con un po’ di organizzazione e qualche cisterna d’acqua riuscivamo a sopperire al fabbisogno degli animali. Quest’anno invece siamo già in questo stato da qualche giorno e pensare di affrontare un mese o un mese e mezzo con carichi d’acqua e rifornimenti è difficilmente immaginabile".

Alcuni allevatori della zona del monte Nerone ipotizzavano una transumanza al contrario, scendendo da monte verso valle: "Qui fare questo discorso è logisticamente più difficile. Abbiamo il bestiame in quota, sopra i 1.500 metri, e riportarli alle stalle vorrebbe dire farli discendere di oltre mille metri di dislivello con questo caldo. Potrebbe essere un rischio enorme, teniamo questa ipotesi come ultima da attuare. I nostri animali però stanno male, temiamo molte morti tra il bestiame e non possiamo accettarlo passivamente quindi faremo tutto il possibile. Per ora ci stiamo attrezzando con viaggi di autocisterne di ditte private in collaborazione con l’Azienda speciale del Catria e le comunanze agrarie".

L’allevamento è una tradizione da difendere.

"Qui l’allevamento è storia, passione, tradizione e tanto altro ancora prima di essere un lavoro. Non vogliamo abbandonare questa pratica anche perché è una parte importante della biodiversità del monte. È un equilibrio profondo che anzi va tutelato e difeso".

Possono esserci correlazioni tra l’apertura dei pozzi profondi a valle e la riduzione di fonti e vene in quota?

"I vecchi che sono la nostra memoria mi dicono che è così, quando si toglie il “tappo“ a valle la montagna si svuota dalla cima, come sindaco però devo basarmi sui dati scientifici e sugli studi. Certo è che serve più attenzione alla risorsa idrica, sia per i cambiamenti climatici in corso, sia per l’importanza fondamentale che questa ha sulla vita in montagna. Dobbiamo migliorare le condutture per ridurre al minimo le perdite, lavorare sui bacini di accumulo, cercare di tenere “a monte“ l’acqua piovana. Sarà questa la prossima grande sfida".

Lei è stato al telefono col prefetto; l’assenza d’acqua crea pericoli per la sicurezza?

"Assieme all’emergenza per gli animali in pericolo per la sete c’è subito dopo quella legata alla sicurezza e più precisamente al rischio incendio. Se partissero le fiamme sarebbe impossibile reperire nelle vicinanze l’acqua per spegnerle, per questo sono in contatto sia con il prefetto che con i vigili del fuoco. Stiamo monitorando la situazione su tutti i fronti, dalla salute del bestiame alla prevenzione d’incendi, davvero senza soste. La carenza d’acqua rischia di compromettere il comparto turistico perché d’estate il monte raccoglie molte più persone e quindi il fabbisogno aumenta".

Andrea Angelini