Quando i pesci invocano l’acqua. Sabatino denuncia l’inquinamento

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Una mostra-denuncia sull’inquinamento marino quella allestita alla Rocca Malatestiana dall’artista Beppe Sabatino. Protagonisti sono i pesci che "escono dal perimetro della tela – scrive la critica d’arte Vittoria Coen nella brochure di presentazione – per trovare una soluzione alla loro esistenza". Questo il senso della mostra-installazione “Acqua“ che, visto il successo ottenuto, è stata prorogata fino a domani. Sabatino, che vive a Fano ed è docente alla Accademia di Belle Arti di Urbino, ha voluto dar vita ad una esposizione-installazione di divulgazione culturale che, attraverso la visione delle sue opere, induca il visitatore a riflettere sull’inquinamento ambientale e in particolare su quello dei mari. La prima opera, che apre la mostra, rappresenta visivamente i pesci che, privati del loro ambiente naturale, “lasciano“ progressivamente l’azzurro del mare.

"E’ quanto sta succedendo nei nostri oceani – commenta Sabatino – senza che ce ne rendiamo conto". Di particolare effetto la seconda sezione della mostra-installazione dove la rappresentazione del catrame, con i pesci che ne rimangono incastrati, prende il sopravvento sull’acqua, mentre nella terza parte protagonisti sono i pesci barocchi “chiusi“ (le opere sono state realizzate durante la pandemia) all’interno di cornici d’epoca dorate, con un quadro finale in cui un pesce invoca “acqua“. Il percorso termina con un video su foto-denuncia sulle spiagge stracolme di pesci morti.

an. mar.