"Offeso dal ritratto di Putin", il sindaco di Terre Roveresche chiama i carabinieri

Bufera sul quadro in mostra a Piagge, i militari sono intervenuti ma senza rimuoverlo L’autore Michele Panicali: "L’ho fatto dopo l’inizio della guerra, però non è un omaggio"

Il sindaco Antonio Sebastianelli e il quadro dedicato a Putin, ritratto con un’aureola

Il sindaco Antonio Sebastianelli e il quadro dedicato a Putin, ritratto con un’aureola

Terre Roveresche (Pesaro Urbino), 12 settembre 2022 - I carabinieri hanno messo piede l’altro ieri in una mostra d’arte a Piagge. Intendevano rimuovere un dipinto raffigurante il presidente della Russia Vladimir Putin sovrastato da un’aureola celeste. Non agivano di loro iniziativa, ma su richiesta pressante del sindaco Antonio Sebastianelli che non tollerava la presenza di quel dipinto con la faccia del presidente russo dal titolo "Vi lascio la pace, vi do la mia pace" del pittore fanese Michele Panicali, 57 anni, surrealista.

Il sindaco Sebastianelli l’ha considerata una provocazione tenuto conto della guerra in corso per volere di Putin. Ma l’ordine di rimozione è andato disatteso. I carabinieri non hanno toccato nulla e se ne sono andati per mancanza assoluta di motivi per rimuovere l’opera. Il quadro è rimasto lì fino a ieri sera, giornata conclusiva della mostra. Dice il sindaco Sebastianelli: "Io mi sono sentito offeso, sì offeso. Vedere dipinta la faccia di Putin con un’aureola in una mostra d’arte nel mio comune non lo accetto. Quel quadro doveva essere tolto o spostato in un punto dove si vedesse di meno. Non lo dico solo perché a me non piace, ma per la presenza nel mio territorio di 60 rifugiati ucraini, fuggiti dal loro Paese per colpa di Putin. Queste persone vedono nel paese un quadro che esalta Putin. Ho chiamato i carabinieri, dopo la segnalazione che ho ricevuto dalla presidente della pro loco, perché condividevo quel giudizio. Visto che poi i carabinieri non hanno ritenuto di rimuovere il quadro ne prendo atto".

Il presidente della Pro Art che organizzava la mostra Gabriele Polverari dice: "Quando mi sono visto arrivare i carabinieri che intendevano rimuovere il quadro, ho detto loro che non potevano farlo per l’art.21 della Costituzione che tutela il diritto di espressione. Non hanno minimamente insistito e dopo avermi identificato, se ne sono andati. Mi chiedo come possa agire in questo modo un sindaco, il quale pensava di alzare il telefono, chiamare i carabinieri e ordinare di censurare un’opera d’arte perché a lui non piaceva. E lo ha fatto senza nemmeno vedere il quadro ma solo dopo aver ricevuto la telefonata della presidente della pro loco. Se si fosse degnato di vedere prima di giudicare, forse si sarebbe accorto che il dipinto con la faccia di Putin è satira, è rappresentazione dell’autore della morale putiniana, con carri armati e città distrutte sullo sfondo. E’ l’opposto di ciò che pensava il sindaco".

L’autore del dipinto, Michele Panicali dice: "Non mi era mai successo qualcosa del genere. Ho iniziato a dipingere il quadro di Putin subito dopo l’invasione dell’Ucraina prendendo spunto da ciò che diceva la gente, ossia che la colpa era anche dell’Ucraina e che lui agiva per la difesa di una minoranza. Ecco l’idea di dipingerlo con l’aureola del santo ma con attorno le macerie dei bombardamenti. Non credo che sia un omaggio".