
Il Lisippo al Getty Villa
Il futuro museo archeologico di Fano, quello che dovrà sorgere nell’area di via De Amicis (ex filanda Bosone), e che può già contare su un finanziamento di 6 milioni di euro, sarà inserito all’interno della rete dei Musei dell’Arte Salvata del Ministero della Cultura. Negli uffici comunali si sta lavorando all’accordo di programma che dovrà essere sottoscritto dalle due istituzioni (Comune e Ministero): la decisione è maturata dopo la visita di tre settimane fa, a Fano, del professor Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura, positivamente colpito dal sito dell’ex filanda Bosone. "Un posto straordinario – ha dichiarato il direttore generale Osanna – dove realizzare un museo di altissimo livello grazie anche alla presenza dei resti del teatro romano di cui si potranno continuare gli scavi". "La bozza del documento – conferma il sindaco Luca Serfilippi – sarà pronta entro la fine del mese poi dovrà essere condivisa dal Ministero". "Un percorso al termine del quale il museo, destinato ad accogliere anche l’Atleta di Fano (nell’ipotesi che il bronzo sia restituito dal Getty Villa di Los Angeles all’Italia ndr) dovrebbe diventare – spiega il dirigente dell’ufficio Cultura di Fano, Ignazio Pucci – una delle strutture del progetto nazionale dei Musei dell’Arte Salvata del Mibact".
Grazie a quest’accordo l’area archeologica di via De Amicis sarà identificata come il luogo dove sviluppare l’istituzione museale e, dunque, location privilegiata per accogliere il prezioso bronzo (negli Usa lo chiamano Getty Bronze) pescato in Adriatico nel 1964, da un peschereccio fanese, e finito, dopo aver viaggiato tra Italia, Amazzonia, Germania ed Inghilterra, al Getty Villa di Malibù dove è esposto dal 1977. L’opera al termine di una lungo contenzioso giudiziario tra il nostro Paese e gli Usa è stata riconosciuta di proprietà dello Stato italiano sia da una sentenza della Corte di Cassazione del 2018 sia dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2024. L’area dell’ex Filanda, su cui insistono anche i resti del teatro romano, ha l’ampiezza sufficiente per la coesistenza del Museo della Fano Romana e dell’Arte Salvata. L’augurio è che con l’accordo di programma tra Comune e Ministero della Cultura il museo fanese possa entrare di fatto nel percorso dei musei statali e possa contare, sia nella fase della progettazione sia in quella della gestione, sul supporto ministeriale.
Anna Marchetti