
La rimozione dei blocchi in via Chienti, «ma oramai il danno era fatto»
di Sandro Franceschetti
"Mentre sabato mattina la pioggia battente stava allagando gran parte di Marotta nord, lo scarico a mare del nuovo collettore di via Chienti era chiuso da grossi blocchi di cemento. E solo nel pomeriggio, quando il danno era ormai fatto, è stato mandato un escavatore a rimuovere il ‘tappo’". Comincia in questo modo l’ennesima critica nei confronti dell’amministrazione Barbieri da parte del consigliere comunale Psi Anteo Bonacorsi, capogruppo di opposizione. Il quale ieri ha predisposto un’interrogazione urgente per capire le motivazione di quanto è successo e che, a suo dire, "si poteva almeno parzialmente evitare".
"Il collettore tra la ferrovia e la spiaggia è stato realizzato ormai da un anno e avrebbe dovuto consentire di mitigare le conseguenze negative delle forti precipitazioni, ma non è stato così – spiega il leader di minoranza -, perché a ostruire lo sfogo a mare della nuova opera ci hanno pensato i mega cubi di cemento che lo sbarravano nella parte finale. Un ‘tappo’ che se poteva avere un senso durante la stagione balneare, era del tutto incomprensibile nei giorni scorsi, specie dopo l’allerta meteo della Regione Marche emanata venerdì, che indicava per il nostro territorio una criticità idrogeologica e per temporali". "Allarme – aggiunge - che non è servito a nulla. Tanto che il collettore di via Chienti, che raccoglie le acque meteoriche provenienti dalla zona di via Martini, via Ferrari, via Corfù e limitrofe è rimasto ostruito fino al pomeriggio, quando finalmente sono stati tolti tre dei cinque maxi cubi di cemento che ne occludevano lo sfogo a mare".
"Ma perché non ci si è mossi prima? Quali sono state le motivazioni, le normative tecniche e le regole di buonsenso che non hanno permesso di liberare lo scarico a mare in questione? E’ quanto chiedo nel mio atto ispettivo. E ho paura di conoscere già la risposta, che, a mio avviso, sta nell’inadeguatezza di affrontare certe situazioni da parte di chi governa questo Comune. Del resto, se non fosse così, non si spiegherebbe perché nella giornata post-alluvione, non si sia provveduto in alcun modo alla pulizia delle strade e dei marciapiedi invasi dal fango. D’accordo che il giorno dopo il nubifragio era domenica, ma in caso di emergenza si deve essere capaci di affrontare le situazioni di criticità; invece prima di cominciare si è atteso fino a stamattina (ieri, ndr) quando la melma – conclude Bonacorsi – era ormai secca e di più difficile rimozione".