ANNA MARCHETTI
Cronaca

Tari, l’anatema di don Marco: "Quegli 800 euro non li pago"

Nuova crociata del sacerdote: "Il Comune ha sbagliato le misurazioni e danno la colpa a noi"

Don Marco Polverari, combattivo sacerdote che si è speso anche contro l’Interquartieri

Don Marco Polverari, combattivo sacerdote che si è speso anche contro l’Interquartieri

di Anna Marchetti

"Noi la Tari l’abbiamo sempre pagata ma constestiamo al Comune di dovergli corrispondere 800 euro per errate misurazioni effettuate, non da noi, ma da un vigile urbano per conto della stessa amministrazione comunale. Quindi non pagheremo". Don Marco Polverari, dopo la battaglia sulla interquartieri, che portò alla modifica del percorso, salvando proprietà e terreni, punta ora l’attenzione sul tema dell’evasione della Tari. Tema più che mai attuale dopo che la giunta Serfilippi ha annunciato, proprio l’altro ieri, di voler cancellare l’aumento della tassa sui rifiuti per le famiglie. I fondi, 1,5 milione di euro, saranno presi dall’avanzo del bilancio comunale vincolato (2,2 milioni di euro), formato grazie al recupero dell’evasione Tari di cinque anni fa.

"Un conto è l’autocertificazione dei cittadini – prosegue don Marco – diverse sono le misurazioni effettuate da un pubblico ufficiale, come all’epoca venne fatto in casa nostra da un vigile urbano". La vicenda risale al 2020 ed è riferita ai cinque anni precedenti: da allora don Marco, insieme al fratello Andrea, sta cercando di spiegare al Comune che "non può far pagare ai cittadini errori commessi dalla stessa amministrazione comunale". "Io sono in grado di provare – afferma don Marco – come quelle misurazioni furono effettuate da un vigile urbano: ho la copia del verbale sottoscritto proprio dal vigile e da mio padre". Alla cifra di 800 euro si è arrivati in quanto negli anni si sono aggiunte le multe per il mancato pagamento della somma contestata (inizialmente di circa 700 euro), nonostante i fratelli Polverari, nel 2021, abbiamo formalmente scritto, in autotutela, una memoria difensiva al Comune per chiarire la situazione.

"Non ci hanno mai risposto – fanno presente – ma qualche mese fa si sono fatti sentire di nuovo, come se non avessero mai ricevuto la nostra comunicazione. Se in Comune non leggono le pec non è un problema dei cittadini". E ancora don Marco: "Ci hanno perfino proposto di cancellare le multe purché pagassimo la somma a loro dire dovuta. Penso che in tanti abbiano accettato ma non noi, perché se c’è stato un errore questo è dipeso unicamente dalla pubblica amministrazione". Anzi il fratello Andrea ricorda che "negli anni in cui era in vita il padre, in quanto titolare della legge 104, avrebbe avuto diritto ad una riduzione della tassa, pari alla metà dell’importo dovuto, che non è mai stata applicata". Ora don Marco e il fratello Andrea sono pronti a ricorrere al Giudice di pace. "La Tari – conclude don Marco – non può essere utilizzata per fare cassa".