Teatro romano Fano, la svolta di Seri. "Lo compriamo"

"Sarà un museo, sede del Lisippo"

Il teatro romano com’è ora

Il teatro romano com’è ora

Fano, 6 febbraio 2019 - Il Comune acquisterà l’area del teatro romano di via De Amicis. «Ne faremo – assicura il sindaco Massimo Seri – un museo archeologico multimediale e diventerà la sede del Lisippo». Si sblocca, dopo 18 anni dal suo ritrovamento, la vicenda del teatro romano rivenuto nel 2001 in un’area di proprietà privata (l’ex Filanda di Sperandini) nel cuore del centro storico. Una soluzione, quella dell’acquisto, resa possibile grazie all’approvazione del bilancio preventivo del Comune entro il 31 dicembre 2018 e di quello consuntivo entro aprile 2019. «Il rispetto di queste date – ha spiegato il capo di gabinetto del sindaco Pietro Celani – permette al Comune di usufruire di alcuni benefit tra cui la possibilità di acquistare immobili, altrimenti vietata». Con l’acquisizione (si parla di un valore di circa 670mila euro) il Comune entrerà in possesso del manufatto che insiste nell’area del teatro, mentre la parte degli scavi romani è già di proprietà dello Stato, in particolare del Demanio culturale.

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La soluzione dell’acquisto da parte del Comune permetterebbe di liquidare il privato e di poter finalmente mettere a disposizione della collettività il teatro romano. Va ricordato che sull’area è in atto una procedura di esecuzione immobiliare, a seguito di un contenzioso della proprietà, che di fatto da mesi blocca la permuta. L’amministrazione comunale ha infatti tentato di entrare in possesso dell’area attraverso una permuta, offrendo in cambio a Sperandini l’area di via del Lavoro, di un valore equivalente. Un percorso lungo e laborioso che si è fermato, ad un passo dalla conclusione, proprio per la procedura esecutiva avviata nei confronti della proprietà. L’acquisto del bene da parte del Comune dovrebbe sbloccare la situazione e trovare d’accordo il privato da cui il Comune si aspetta anche «uno sconto». Entusiasta della soluzione, riferiscono il sindaco Seri e Celani, la Soprintendenza delle Marche perché insieme al Comune «si potrà finalmente costruire un progetto di valorizzazione del bene archeologico». Progetto a cui finora non si è mai potuto mettere mano, proprio perché l’aera era privata.

Come troverà il Comune i 670mila euro per l’acquisto del manufatto di via De Amicis? La soluzione più probabile è attraverso l’avanzo di amministrazione. Il primo passo, in ogni caso, sarà l’approvazione del bilancio consuntivo entro il 30 aprile di quest’anno. Il teatro romano è stato rinvenuto nel 2001 mentre in via De Amicis erano in corso i lavori per la costruzione di appartamenti, poi bloccati. Secondo gli archeologi, il teatro di epoca augustea aveva due ordini di grandinate, un’ampiezza totale di 66 metri e una altezza, compreso il velario, di circa 20 metri, e al suo interno potevano essere ospitati tra gli 8 e i 10 mila spettatori. Nel 2016, il dipartimento di Ingegneria civile, edile e architettura (Dicea-Distori Heritage) dell’Università Politecnica delle Marche ha realizzato una ricostruzione 3D del teatro che mostra la struttura in tutta la sua bellezza.