Fano, vende a famiglia caldaia per fabbrica. Commerciante a processo per truffa

L'hanno pagata 12mila euro e le serviva corrente con almeno 12 kw quando ogni famiglia ne ha solo 3

UDIENZA Ieri, in tribunale a Pesaro si è discusso  di caldaie ‘ioniche’

UDIENZA Ieri, in tribunale a Pesaro si è discusso di caldaie ‘ioniche’

Fano, 21 marzo 2018 - C'è modo e modo per vendere una caldaia da riscaldamento. La ditta dei dintorni di Fossombrone che ha venduto ad una famiglia di Fano una 'caldaia ionica' ha sicuramente del talento nel commercio. Ha spiegato al compratore che è una caldaia che fa risparmiare il 40 per cento di consumo elettrico, che produce il 30 per cento in più di calore, che non causa scarti o fumi di combustione e che ha una durata di decenni senza manutenzione. E’ ovvio che quella famiglia si è sentita attratta dall’offerta. E che abbia deciso di seguire il consiglio del venditore e di acquistare quella caldaia pur pagandola quattro volte in più del costo medio, ossia 12mila euro. E’ accaduto nell’aprile 2015. La famiglia fanese aveva valutato che quell’acquisto fosse davvero vantaggioso, accettando di pagare molto per risparmiare tanto con la bolletta.

Non aveva fatto i conti però con la realtà. All’arrivo giorni dopo del tecnico installatore, questi si rende conto al vedere la caldaia che c’è stato un errore: «E’ troppo grossa per voi». Ma la famiglia non demorde. «No, il venditore ce l’ha consigliata vivamente e noi siamo convinti che ci abbia detto delle cose giuste».

A quel punto, l’installatore rivela alla famiglia che a parer suo sono stati ingannati perché quella caldaia pagata così tanto non è adatta per una casa singola ma semmai per condomini, caserme, alberghi, strutture molto grosse. E soprattutto non poteva essere installata nella loro casa perché occorreva una presa di corrente con almeno 12 kw quando ogni famiglia ne ha solo 3. Nel caso specifico comunque, essendoci in casa una persona con gravi problemi fisici per i quali era necessario un supplemento di energia per azionare delle macchine per la respirazione artificiale, la corrente era già stata portata a 6 kw, quindi il doppio del normale. Ma era pur sempre insufficiente. Sarebbe servita una fornitura di corrente industriale.

Di fronte a questa verità, la famiglia ha cercato di riavere i suoi soldi ma inutilmente. Era passato il tempo necessario per recedere dall’acquisto e comunque non era ricorso a questa possibilità. Così la famiglia che si era sentita raggirata ha presentato una richiesta di mediazione attraverso il loro legale che è stata respinta, poi ha avviato una causa civile per il risarcimento danni con tanto di incarico ad un perito e nel frattempo ha presentato querela per truffa sia a carico del venditore che del titolare della ditta che la commercializza, il quale però non ha mai visto i compratori. Il processo è stato rinviato a luglio. La famiglia si è costituita parte civile. Rivuole indietro i suoi soldi e i danni per tutti i disagi patiti. E soprattutto non ne vuol sapere di quella caldaia ionica.

ro.da.