Zuccherificio Fano comprato. Arriva Amazon?

Tutti gli interrogativi dietro la svolta che vede come compratori Paolo Andreani e Giancarlo Paci: un’operazione da 7 milioni di euro

Una foto di alcuni anni fa dell’area ex Zuccherificio

Una foto di alcuni anni fa dell’area ex Zuccherificio

Fano, 26 aprile 2022 - "Alzati e cammina". Il miracolo di Lazzaro provano a farlo due imprenditori molto noti in città: Paolo Andreani e Giancarlo Paci che hanno acquistato, attraverso loro società tutta l’area dell’ex zuccherificio. In totale sono 120mila metri quadrati con 55mila metri coperti con prefabbricati, il famoso bosco di cemento che si vede lasciando la città in direzione di Marotta. Per portare a termine l’operazione Paci e Andreani hanno creato una società di scopo che si chiama "La cittadella srl", e gli atti, anche se ancora mancano alcuni particolari, sono stati stipulati dal notaio Travaglini.

Una operazione da 6-7 milioni di euro e prima di chiudere i contratti con la società che aveva rilevato i crediti del fallimento di Madonna Ponte, i due industriali si sono interfacciati con l’amministrazione e precisamente con il sindaco Massimo Seri. Che ha benedetto l’operazione lasciando porte aperte alle proposte che pioveranno sul tavolo del Comune. Paolo Andreani, ex presidente degli industriali della provincia ed anche della regione, fa parte fin dall’inizio di questa operazione immobiliare – l’area venne acquistata dalle famiglia bolognese Maccaferri proprietaria di Eridania zuccheri – e con lui erano coinvolti una dozzina di imprenditori, sia di Fano che di Pesaro, sotto il cappello finanziario di Banca delle Marche: una storia che corre indietro nel tempo di venti anni e che l’architetto bolognese Cervellati, redigendo il Prg cittadino, aveva battezzato l’ex zuccherificio "area risorsa".

Ma per una serie di eventi tutti i progetti pensati per questi 120mila metri quadrati, finirono in cantina: dai centri commerciali che innescarono la rivolta dei commercianti del centro, alla creazione di un incubatore di nuove imprese, fino ad arrivare all’area artigianale. In questo momento sull’ex zuccherificio è prevista come destinazione urbanistica quella di uffici e piccoli negozi fino a 100 metri quadrati.

Su questa operazione di grande valenza urbanistica per la città, Paolo Andreani non è molto loquace e le parole bisogna tirargliele fuori con le pinze: "Quello che abbiamo pensato io e Paci è un progetto a lunga scadenza e non vogliamo muoverci con l’affanno e con la fretta. Quali progetti abbiamo? Ancora troppo presto per dirlo ma vogliamo che sia un’operazione che pensi soprattutto alla città ed ai suoi interessi, soprattutto dopo la fine della pandemia e speriamo presto anche della guerra. Soprattutto pensiamo ad una cosa che si muova in armonia con tutti gli interessi che sono coinvolti. Non abbiamo impegnato al momento né ingegneri né architetti perché siamo all’inizio di un percorso e dovremo poi interfacciarci col Comune".

Per avere un’idea dei costi, solo per tamponare i prefabbricati grezzi della foresta di cemento sono stati messi in conto mille euro al metro e quindi una cinquantina di milioni. Dell’intera area coinvolta nel fallimento di Madonna Ponte resta fuori una particella che è quella che uno si trova davanti alla fine della "U", lungo la statale, andando verso sud. Questa è per due terzi di Madonna Ponte, ma non rientra nel fallimento, e per un terzo dell’amministrazione comunale che l’aveva messa all’asta senza successo valutandola 2 milioni. Che fine farà questo lembo dell’ex zuccherifcio lo si capirà quando tutti i giochi saranno definitivamente conclusi.

Tra le ipotesi che circolano oltre alla celebre idrogen-valley (girano finanziamenti statali e regionali, ma il problema non è produrre idrogeno ma trasportarlo ndr), anche un’area eventualmente riservata per la logistica ed anche la possibilità che un piccolo hub di Amazon possa trovare posto proprio nell’area dell’ex zuccherificio. Perché dietro al grande centro di smistamento che potrebbe sorgere a Jesi, il colosso americano pensa ad una serie di satelliti da distribuire in ogni provincia della regione per velocizzare le consegne. Possibile anche che l’area di Madonna Ponte, nel caso fallisse la trattativa a Jesi, possa rientrare negli interessi del colosso americano Amazon. Da non scartare, perché pare ci siano collegamenti anche con Percassi, il presidente dell’Atalanta, che si possa arrivare alla creazione di un maxi outlet grandi firme, cosa questa che richiede comunque collegamenti e viabilità. Queste tutte ipotesi sul tavolo ma è possibile che possano scaturire ulteriori progetti, fermo restando, essendo l’ex zuccherificio un’area industriale abbandonata, che uno degli sbocchi più facili sia proprio l’idrogen valley, idea di Mirco Carloni, ex vicesindaco ed oggi vicepresidente della Regione.

m.g.