Accoglienza ed integrazione Basta un pallone e si diventa amici

Lo sport è sempre stata un’occasione di accoglienza ed integrazione. Basta un pallone e si diventa amici. Grazie al progetto ‘Fughe’, realizzato dalla nostra scuola in collaborazione con il Sai (Sistema accoglienza integrazione) e l’associazione Casa della Memoria di Servigliano, abbiamo conosciuto storie di accoglienza legate allo sport. Giordano Viozzi ci ha parlato di come i profughi giuliano dalmati, ospitati nel campo di Servigliano dal 1947 al 1955, si siano integrati nella comunità anche grazie al calcio. Infatti molti ragazzi iniziarono a giocare con la squadra locale. Si creò un vero e proprio gemellaggio sportivo: in alcune occasioni la squadra di Servigliano indossò la maglia della squadra di Fiume. Poi abbiamo conosciuto Mamsall, un ragazzo di 19 anni che viene dal Gambia, ospite in una casa del Sai Media Valtenna. Ci ha raccontato che si è sentito meno triste e più tranquillo quando ha iniziato a giocare a calcio nella Union Calcio di Falerone. Sibilla Frontoni, responsabile del Sai di Servigliano, ci ha detto che i ragazzi stranieri che arrivano in Italia sono quasi tutti molto sportivi, alcuni anche molto bravi. Anche lo sport ufficiale, quello delle Olimpiadi e dei tornei internazionali, ci fa sentire meno diversi e più uguali.