Antiche storie di ponti e rapporti col capoluogo

Scafà racconta: "Negli anni Settanta i sangiorgesi sbarrarono la struttura in costruzione sul lungomare". Da allora le cose sono migliorate

Antiche storie di ponti e rapporti col capoluogo

Antiche storie di ponti e rapporti col capoluogo

Lui è nato e cresciuto nella zona de "Lu fossu de la carogna", quindi è un sangiorgese doc innamorato della sua città di cui conosce vita, morte e miracoli riferibili in particolare a tutto il secolo scorso. Inoltre possiede un fornitissimo archivio di documenti, immagini e dei più svariati oggetti che parlano di Porto San Giorgio. Lui è Luciano Scafà, albergatore al quale si riconosce di essere la memoria storica vivente della città. In occasione dell’inaugurazione, avvenuta ieri del ponte sul fiume Ete, Scafà ci rende partecipi di una testimonianza che ha dell’incredibile e che in un certo senso fa capire quanto difficile sia l’integrazione tra le due comunità di Fermo e Porto San Giorgio. La testimonianza riguarda l’inaugurazione di un altro ponte, anch’esso costruito insieme da Fermo e Porto San Giorgio sul lungomare a scavalcare il fosso Valloscura al confine tra Porto San Giorgio e il Lido. Non ricordo l’anno preciso ma si era certamente tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70: "Ebbene – dice Scafà - terminati i lavori accadde l’imprevedibile i sangiorgesi lo sbarrarono. Per un bel po’ di tempo andò avanti così finché una mattina un camion, dovendo passare forzò lo sbarramento e da allora il passaggio fu libero". A Scafà chiediamo quale fu il motivo di un comportamento così strano; "I sangiorgesi – spiega - non volevano che i fermani occupassero le loro spiagge, in considerazione del fatto il Lido di Fermo non era ancora attrezzato". Cose dell’altro mondo. Da allora i rapporti tra le due vicine città sicuramente sono migliorato ma fino ad un certo punto. Niente da dire ad esempio in merito alla collaborazione esercitata per la costruzione del ponte sul fiume Ete (a pagina 16 il servizio sull’inaugurazione). Ma anch’esso all’inizio ha avuto la vita un po’ travagliata a Porto San Giorgio in cui l’opera veniva seguita con maggiore interesse, rispetto che a Fermo. Gli operatori dei campeggi temevano il traffico che se l’infrastruttura fosse stata carrabile sarebbe passato tra le loro strutture e la spiaggia. Si acquetarono quando, con l’’amministrazione comunale del sindaco Antonio Rossi di centrosinistra si passò dal ponte carrabile a quello ciclopedonale. Rossi ne fece approvare il progetto e lo finanziò con 400 milioni di lire, Ma non fece i tempo a realizzarlo e il centrodestra che gli subentrò stornò i fondi e tornò a parlare del molto più costoso e inviso agli operatorii ponte carrabile. E’ stata l’amministrazione di centrosinistra del sindaco Nicola Loira a rimettere il treno sulle rotaie giuste d’amore e d’accordo con Fermo. E il sogno si è avverato!

Silvio Sebastiani