Fermo, Centro Disturbi alimentari, malati di cibo? Ecco come guarire

Sempre più intensa l’attività del ‘Murri’ in questo settore

L'incontro

L'incontro

Fermo, 29 settembre 2019 - Ritrovare il gusto di nutrirsi di vita, di sognare, di sedersi a tavola senza angoscia, di volersi bene. Sono storie forti e dolorose quelle di chi vive un disturbo alimentare, se ne esce ma la sofferenza è grande. A volte si smette di mangiare, illudendosi di poter tenere sotto controllo così anche la vita che scorre intorno. Oppure si mangia fino a scoppiare, solo per sentirsi male e, in fondo, non sentire più nulla. Queste sono solo alcune delle storie che arrivano al Centro per i disturbi alimentari di Fermo, tutte diverse eppure le stesse, nel bisogno d’amore che c’è, ma che sia privo di giudizi.

M. HA una storia così, cominciata da giovanissima per trovare l’amore di una famiglia difficile. Ha vissuto anni di cure al Centro di Fermo, oggi convive con le sue cicatrici e ha imparato a volersi bene: «I miei problemi sono cominciati quando avevo 11 anni, se entravo in un negozio che vendeva pane, mi tappavo il naso perché pensavo che anche quello mi facesse ingrassare. Rinunciavo persino a bere, cercavo di controllare tutto. Poi, ho incontrato una ragazza che è stata molto coraggiosa, mi ha detto solo poche parole: se ne può uscire. Ho provato a difendermi, a far finta di niente, le ho detto di non permettersi, che non avevo bisogno di niente, ma in realtà era tutto chiaro, io ero arrivata alla frutta e fa ridere dire così che nemmeno la frutta mangiavo più». Si ricomincia a mangiare come da piccoli, a buttar giù un cucchiaio dopo l’altro e ogni boccone è una vittoria.

ANCHE D. ha ricominciato a vivere, è un ragazzo giovane, bellissimo, aveva poco più di 16 anni quando tutto è cominciato, esagerando con la palestra, cercando una forma che non era la sua, vomitando di notte per restare in forma di giorno: «Avevo raggiunto il mio obiettivo, ma avevo allontanato tutti, anche la ragazza, gli amici. Andavo di continuo in palestra e cercavo l’apprezzamento delle persone, ma mi sentivo sotto stress, pensavo di aver raggiunto la felicità, ma non era quella. Mia madre non mi ha mai abbandonato, la mia ragazza nemmeno, sono state più forti di me e, insieme a loro, ne sono finalmente uscito e oggi sono tornato a credere nel futuro».

L., INVECE, aveva un problema diverso, lei col cibo non trovava mai la misura e mangiava anche due vassoi di dolci pur di anestetizzare la sofferenza: «Sono diventata obesa, ma anche diabetica, ho affaticato il cuore, ho sofferto. La cosa peggiore è che mi sono resa conto che non mi sono costruita nulla nella vita, non mi sentivo sicura di quello che potevo fare, non ho trovato un uomo, non ho fatto figli. Grazie al Centro di Fermo ho ricominciato a vivere dentro la mia misura, ho capito che potevo convivere con certi dolori, che il cibo non mi avrebbe aiutato, la fame di vivere, quella invece sì».