MARISA COLIBAZZI
Cronaca

Ciarpella: "Area nord a vocazione turistica"

Il sindaco ha le idee chiare: "E’ un tratto di città ancora vergine, ma la destinazione agricola non ha senso"

L’area del lungomare Europa su cui si punta al turismo

L’area del lungomare Europa su cui si punta al turismo

Oltre all’area ex Ligmar, tornata d’attualità in questi giorni, nella zona nord della città c’è una varia progettualità di investitori interessati a insediarsi sul lungomare Europa e sfruttarne a scopo turistico ricettivo le potenzialità ancora inespresse. Oltre ai due villaggi turistici ‘Holiday Family Village’ e ‘La Risacca – Club del Sole’, ci sono tre grandi aree sulle quali sono previsti (o sono in procinto di essere presentati) interventi urbanistici con finalità turistiche.

"Quelle sono aree che hanno preminenti e spiccate vocazioni turistiche, perché si trovano su un lungomare e in un tratto di città che potremmo definire ancora ‘vergine’. La vocazione già ce l’hanno, ora va solo attualizzata" ha dichiarato di recente il sindaco Massimiliano Ciarpella. La volontà di muoversi c’è, ma prima vanno completati iter burocratici in corso e chiesti i necessari pareri. L’auspicio è che, entro i primi mesi di quest’anno, si possano definire passaggi relativi a una variazione di destinazione, da area agricola a turistica. "Diciamolo chiaramente: non credo che nel 2024 si possa ipotizzare per quella fascia di territorio fronte mare della nostra città, una destinazione agricola".

Il motivo è presto spiegato: "Verrà completato il ponte ciclopedonale sul fiume Chienti, che ci congiungerà direttamente a Civitanova, mettendoci in rete a livello turistico, ricettivo, commerciale oltre che in termini di mobilità e sostenibilità ambientale con la città vicina, collegherà le province di Macerata e Fermo. E in questo contesto, le aree sul lungomare nord hanno una valenza strategica". Non solo: "Si creano opportunità per valorizzare quel tratto della città, per posti di lavoro e di crescita, per gli investimenti che confluiscono qui".

Infine, riferendosi agli enti con cui stanno interloquendo per il cambio di destinazione, Ciarpella una puntualizzazione l’ha fatta: "Siamo i primi a voler tutelare l’ambiente, la sostenibilità la bellezza paesaggistica e naturalistica di quei luoghi ma a quell’area va data una vocazione, una prospettiva che non può essere una destinazione agricola". E se il concetto non dovesse passare, "il danno sarebbe per la città, per la provincia e per la regione, per i lavoratori. Si perderanno occasioni di crescita e di sviluppo. E sia chiaro, la variazione non è per farci insediare un’industria o un rigassificatore, ma per portare sviluppo e far crescere un territorio a livello turistico".

Marisa Colibazzi