Fermo, coltellate all’altro trans. Via al processo

Una storia di disperazione, di persone costrette a vendersi per qualche spicciolo per sopravvivere

Prostituzione

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Fermo, 10 gennaio 2019 - Una storia di disperazione, di persone «invisibili» costrette a vendersi per qualche spicciolo per sopravvivere. Una serata andata male, in cui nessuno dei due ha incassato un centesimo e con la rabbia di chi sa che per mangiare deve almeno guadagnarsi quei cinque o dieci euro. In questo contesto era bastata una parola fuori posto per scatenare, a Lido Tre Archi, l’ennesimo fatto di sangue tra due transessuali, un 40enne italiano di origini napoletane e un argentino di 45 anni.

Ad avere la peggio era stato il sudamericano, colpito con due coltellate: una all’addome, una alla mano. Per questo motivo il 40enne italiano è stato rinviato a giudizio e sarà processato per lesioni volontarie aggravate. Il fatto risale al 13 aprile dell’anno scorso. In via Nenni sono le tre del mattino quando entrambi stanno facendo rientro a casa, abitazioni in cui si trovano provvisoriamente ospiti di amici o parenti, perché più volte sfrattati.

Sono transessuali consumati, per loro è stato un venerdì nero. Sta di fatto che l’italiano, incrociando l’argentino e non avendo ricevuto il suo saluto, apostrofa l’altro che, a sua volta, risponde con un pugno pugno. L’italiano sale in casa, afferra un coltellaccio da cucina, scende di nuovo in strada e colpisce con due fendenti l’argentino, che riesce a scappare e chidere aiuto.