"Ci auguriamo che il novo ospedale dei Sibillini preveda il ritorno della Medicina Amandola e il potenziamento di altri servizi". Sono le parole di Luisa Di Venanzi, presidente del Comitato per la tutela della salute nei Sibillini, che ha voluto farsi portavoce di una considerazione che ha aperto il dibattito nella popolazione di tutta l’area montana. "Auspico che la prossima apertura del nuovo ospedale di Amandola e del territorio montano – spiega Di Venenzi – prevista per il 14 dicembre, non si limiti ad un semplice trasloco dei servizi sanitari attualmente erogati nel vecchio nosocomio amandolese, ma che comprenda almeno il ritorno del reparto di Medicina generale, fino ad oggi collocato al Murri di Fermo, oltre ad una diagnostica adeguatamente rafforzata. Questo per evitare che tale apertura si trasformi in un boomerang per l’attuale amministrazione regionale, che tanto si è spesa per ridarci un vero ospedale, con adeguati servizi sanitari, dei quali fummo nel 2016 ingiustamente privati, essendo previsti per questa zona disagiata, con il decreto ministeriale Balduzzi 2015. Servizi per i quali il nostro comitato si è battuto sin dal 2018".
a.c.