Ennesimo incidente: un’auto finisce nel fosso

Lungo la provinciale Vecchia Porto e via San Filippo, due le donne ferite. Tra i residenti rabbia per la rotatoria mancante, chiesta da diverso tempo

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E’ successo di nuovo: l’incrocio lungo la provinciale Vecchia Porto con la pinturetta e via San Filippo è stato lo scenario, ieri mattina, dell’ennesimo incidente: per cause in corso di accertamento, due auto,, si sono scontrate. Una è finita nel fosso, con la signora che era alla guida rimasta incastrata nell’abitacolo, l’altra ha avuto la parte anteriore danneggiata. Le due donne che erano alla guida sono state soccorse dalla Croce Azzurra, insieme ai militi della Croce Gialla di Montegranaro giunti sul posto con una seconda ambulanza, ma, nonostante le loro condizioni non sembrava destassero grandissime preoccupazioni, per una delle due è stato deciso il ricorso all’eliambulanza. Icaro ha potuto atterrare nel campo adiacente le Vecchia Porto, caricare la donna e ripartire alla volta di Torrette. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco e gli agenti della Polizia Municipale che hanno rilevato il sinistro e gestito il traffico rimasto bloccato per il tempo necessario alla rimozione dei mezzi da parte dell’Euro Sos.

L’ululare delle sirene, lo spiegamento di lampeggianti concentrati in quel punto, hanno messo in allarme residenti e automobilisti di passaggio e, puntualmente, è ritornata di prepotente attualità la richiesta, annosa a dir poco, di realizzare una rotatoria, eliminando del tutto un crocevia sempre molto pericoloso. E se l’incidente di ieri è avvenuto nonostante l’erba a ridosso dell’incrocio fosse stata stralciata per cui la visibilità ne aveva guadagnato, è facile immaginare cosa succede quando l’erba è alta e attraversare quel crocevia diventa un azzardo. Visto il continuo verificarsi di sinistri, la richiesta che viene nuovamente rivolta agli amministratori delle due città cugine e alla Provincia è di decidersi a sanare una situazione che va avanti da troppo tempo e che non è possibile continuare a ignorare.

Marisa Colibazzi